Scuola-Lavoro in IV e V superiore: il rischio di un paese a due velocità
Porta la data del 17 giugno il decreto interministeriale (DM 473) che avvia la sperimentazione di periodi formativi in azienda per studenti dell'ultimo biennio della secondaria, dando attuazione a quanto previsto dall'art. 8 bis del decreto legge 12.9.2013, n.104, convertito con modificazioni dalla legge 8.11.2013, n.128. La segreteria nazionale della Cisl Scuola ha raccolto in una scheda le sue osservazioni al provvedimento che porta la firma dei ministri dell'Istruzione, del Lavoro e dell'Economia.
Pur considerando l’apprendistato per l’alta formazione - da espletarsi durante il quarto e quinto anno della Scuola Secondaria di Secondo Grado - un percorso utile ad avvicinare concretamente il mondo della Scuola a quello del Lavoro, nel tentativo di colmare una distanza che appare sempre più profonda, la genericità del Decreto Interministeriale e il rinvio a ulteriori adempimenti e procedure, che potrebbero risultare anche diversificate da regione a regione, desta non poche perplessità e preoccupazioni. Il rischio che si corre, infatti, è di ritrovarsi ancora una volta di fronte a un Paese a più velocità: da una parte quelle realtà territoriali in cui vi è la presenza di imprese e una loro disponibilità a investire, dall’altra quelle per le quali ciò si rivela impossibile oggi, ma anche con scarse prospettive di diventare realizzabile in tempi ragionevoli. Lo stesso monitoraggio, non essendo guidato da criteri omogenei su tutto il territorio nazionale, rischia di essere inficiato a causa delle tante, troppe variabili che ogni territorio presenta e di cui risulta impossibile dare conto. Si tratta, è vero, di una sperimentazione, che lascia aperta la possibilità di definire, mettere a punto e quindi apportare modifiche e migliorie in itinere; ma non c’è dubbio che qualora si intendesse passare a una fase di “messa a regime”, servirebbero interventi di ridisegno più radicale, con cui definire formalmente la natura di questa modalità di apprendistato ed eliminare possibili sovrapposizioni, rimodulando i contenuti dei curricoli e l’organizzazione didattica del secondo ciclo, ivi compresi i percorsi di alternanza scuola-lavoro. Potendo far conto, soprattutto, su un adeguato piano di investimento in termini di risorse economiche e umane.
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