Un sistema scolastico unitario e nazionale grande risorsa per il Mezzogiorno e per il Paese
La scuola è una grande risorsa per il Paese, noi ci battiamo perché venga considerata come tale da una politica spesso distratta, disattenta o che peggio ancora ne ha fatto a volte solo teatro delle proprie smanie di protagonismo. Il risultato è anche una condizione di scarso riconoscimento sociale ed economico, che penalizza gravemente chi lavora nella nostra scuola, contro cui ci battiamo rivendicando un livello di investimento almeno pari a quello di altri Paesi europei, che si accompagni a scelte coraggiose e lungimiranti sul versante legislativo come su quello contrattuale.
Grande risorsa per il Paese, di valenza strategica com'è da tutti riconosciuto, la scuola lo è in misura maggiore per le aree di più elevata criticità economica e sociale, come quelle del Mezzogiorno. Si usano spesso i dati di un divario tra nord e sud negli esiti dei percorsi formativi per trarne giudizi negativi su ciò che la scuola sta facendo in quelle regioni d’Italia. Quasi che le condizioni di arretratezza, di diffusa povertà, di debolezza o assenza della struttura produttiva fossero una colpa da addebitare alla scuola e non invece indicatori di contesto che segnalano quanto sia difficile e problematico il compito che la scuola assolve in quelle realtà. In una situazione quanto mai precaria di strutture e infrastrutture: servizi di trasporto alunni presenti al 13,7% contro il 40% di centro e nord, mense nel 63% delle scuole (che diventa 30% nelle isole) a fronte dell’87% nel resto d’Italia, tempo scuola generalmente più ridotto proprio a causa della mancanza dei servizi cui si accennava.
Eppure non mancano le testimonianze di un lavoro eccellente portato avanti dalla scuola in aree che non è esagerato definire “di frontiera”. La nostra organizzazione, attraverso i filmati scelti per corredare il proprio calendario 2019, ne restituisce eloquenti testimonianze, che ci dicono ad esempio come nelle difficili realtà di Pozzallo, di Casal di Principe, di Pozzuoli la scuola sappia essere presidio fondamentale e insostituibile di accoglienza, legalità, integrazione e inclusione.
La manifestazione del 22 giugno, alla quale saremo presenti in tanti come CISL Scuola, ha un grande grande valore e assume per noi un preciso significato. Non è solo un momento di vicinanza e solidarietà ad una realtà territoriale in sofferenza. Anche questo, ma assolutamente non solo questo. È un segnale forte alla politica e al Paese perché la questione del superamento degli squilibri territoriali tra nord e sud sia assunta da tutti come una priorità, come conditio sine qua non per rimettere in moto la crescita su tutto il territorio nazionale. Non con palliativi e misure di miope assistenzialismo, ma facendo leva prima di tutto sulle risorse migliori di cui anche il Mezzogiorno dispone, e la scuola è tra queste.
Una scuola che trae prestigio e forza anche dall’essere parte di un sistema unitario nazionale la cui messa in discussione avrebbe effetti devastanti proprio per le realtà già oggi più in sofferenza. E se il 22 giugno a Reggio Calabria saranno le Confederazioni a rappresentare l’unità del mondo del lavoro sull’obiettivo di un rilancio del sud per unire il Paese e rimettere in moto la crescita, noi ci saremo anche per lanciare al Governo, al Parlamento e in generale alla pubblica opinione un messaggio forte e chiaro: istruzione e formazione sono un bene prezioso da difendere e valorizzare, sono la base di un investimento in capitale umano necessario e decisivo per rendere competitivo il Paese, sono già oggi, anche al sud, una risorsa preziosa di promozione culturale e civile, per le persone e per l’intera società.
Una scuola italiana unita, che anche per questo genera coesione e promuove, è il modello di scuola di cui anche a Reggio Calabria ci faremo sostenitori e difensori.
Roma, 19 giugno 2019
Maddalena Gissi, segretaria generale CISL Scuola
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