Sessant'anni dei Trattati di Roma, Manifesto Cisl per gli Stati Uniti d'Europa

22.03.2017 18:54

A sessant'anni dalla firma dei Trattati Europei, ricorrenza che vedrà sabato prossimo a Roma una quarantina tra capi di Stato e di governo, la Cisl ha predisposto un "Manifesto per gli Stati Uniti d’Europa” per offrire un contributo concreto al dibattito sul rilancio del progetto europeo. Ciò anche in vista dell'incontro che si svolgerà venerdì a Palazzo Chigi tra una delegazione dei sindacati europei ed il Presidente del Consiglio, Gentiloni.
"I leader della Ue devono agire ora, subito con responsabilità e lungimiranza", afferma Annamaria Furlan in un'intervista al quotidiano Avvenire di oggi. "Stare fermi davanti a sfide enormi come lavoro ed immigrazione non è solo sbagliato, è incomprensibile".
Sono dieci i punti che la Cisl propone al dibattito in riferimento all'Europa economica e sociale:

  1. cambiare il baricentro dal Fiscal Compact all'Investments Compact attraverso la definizione di un Piano europeo di sviluppo economico e sociale sostenibile che non si limiti ad incentivare gli investimenti privati, ma finalizzi risorse     rilevanti del bilancio europeo e delle principali istituzioni finanziarie (BCE, BEI) ad investimenti pubblici nella produzione di beni comuni europei secondo l'ispirazione di un New Deal Europeo, come proposto dalla Confederazione Europea dei Sindacati (CES)
  2. realizzare un bilancio europeo dotato di autonomia impositiva attraverso una tassa sulle transazioni finanziarie, una Carbon tax e trasferimenti nazionali
  3. pervenire ad una gestione mutualistica di una parte del debito degli Stati membri attraverso gli Eurobond con le necessarie garanzie pro quota degli Stati membri
  4. istituire un Ministero del Tesoro europeo integrato nella Commissione Europea che risponda al Parlamento Europeo, trasformando a tal fine lo European Stability Mechanism (ESM), con il compito immediato di gestire un Piano straordinario di investimenti europei in risorse umane ed in infrastrutture logiche e fisiche, per sostenere la crescita, l'occupazione e la coesione sociale nell'Unione, sottoscritto dagli Stati membri e stornato dal calcolo del deficit
  5. definire il pareggio di bilancio limitato alle sole spese correnti, consentendo agli Stati membri di integrare il Piano di investimenti europei con investimenti nazionali (in capitale fisico, logico, umano) senza incidere sul deficit
  6. concludere l'attuale versione di Quantitative Easing della BCE, centrata sulla sottoscrizione di debiti sovrani nazionali, con la conseguente sottoscrizione di debito pubblico europeo
  7. istituire un Fondo europeo di sussidi per la disoccupazione, già prefigurato nel "Rapporto dei cinque Presidenti", con il compito di integrare i Fondi nazionali quando il tasso di disoccupazione di un Paese membro superi il tasso medio di disoccupazione europea
  8. istituire un Fondo europeo di sostegno all'occupazione giovanile
  9. creare, in coerenza con l'obiettivo della lotta contro l'esclusione sociale (art. 153, TFUE), un Fondo per il reddito di inclusione attiva rivolto a componenti di famiglie in emergenza sia reddituale, sia patrimoniale, a condizione che si impegnino in un percorso di formazione – riconversione - riqualificazione professionale finalizzato all'accesso al lavoro, integrativo di eventuali analoghi Fondi nazionali, quando il tasso di esclusione sociale di un Paese membro superi il tasso medio di esclusione europeo o sostitutivo in assenza di analoghi Fondi nazionali
  10. porre le basi per un Presidio internazionale e dell'Europa attraverso una Politica estera, una Politica per la gestione dei flussi migratori ed una Politica di sicurezza comuni con le necessarie funzioni istituzionali.