Per le assunzioni in ruolo dei docenti 94.130 posti. Barbacci: restano criticità, scelte sbagliate sul reclutamento

20.07.2022 08:03

Diffusi dal Ministero dell’Istruzione i dati relativi alla disponibilità di posti per le assunzioni a tempo indeterminato del personale docente per l’a.s. 2022/23. In totale i posti da coprire sono 94.546 (di cui 30.349 di sostegno), che si riducono a 94.130 per effetto di 416 situazioni di esubero, da compensare con una corrispondente riduzione del numero di assunzioni. Gli esuberi riguardano esclusivamente i posti comuni, quasi totalmente (391 su 416) della secondaria di II grado, e non quelli di sostegno.
Questa la ripartizione del contingente per tipologia di posto e grado di scuola, al netto degli esuberi:

Grado di scuola

Posti comuni

Posti di sostegno

INFANZIA

3.070

2.175

PRIMARIA

9.474

11.511

SEC. I GRADO

19.293

10.039

SEC. II GRADO

31.944

6.624

TOTALE

63.781

30.349

Nei 94.130 posti complessivi sono compresi anche i 14.420 posti comuni destinati alle procedure concorsuali straordinarie per docenti di scuola secondaria (art. 59 c. 9 bis del dl 73/2021). Non vi rientrano invece i 12.840 posti già coperti dai docenti (in prevalenza di sostegno) assunti dalle GPS di I fascia nell’a.s. 2021/22 e che saranno confermati in ruolo il prossimo 1° settembre avendo superato la prova disciplinare prevista a conclusione del loro primo anno di servizio.
I dati sulle assunzioni, incrociati con quelli degli aspiranti presenti nelle diverse tipologie di graduatorie da cui si potrà attingere per le nomine, evidenziano criticità irrisolte, nonostante il moltiplicarsi delle procedure concorsuali attivate negli ultimi tempi”. Questo il commento della segretaria generale CISL Scuola Ivana Barbacci, che così prosegue: “È facile prevedere che, come avvenuto negli anni scorsi, si faranno molte meno assunzioni di quelle necessarie. Si dovrà pertanto fare ricorso, ancora una volta, a decine di migliaia di contratti precari per mettere le scuole in condizione di funzionare. Emergono tutti i limiti, più e più volte denunciati, di un reclutamento affidato esclusivamente ai concorsi, per scelte che l’Amministrazione e la politica continuano ad assumere senza tenere minimamente conto di proposte come quelle che la CISL Scuola ha ripetutamente avanzato. Proposte che prevedono di affiancare a quello dei concorsi anche un canale che valorizzi in modo adeguato l’esperienza di lavoro dei precari. Non si tratta di chiedere sanatorie, ma di gestire in modo razionale e proficuo una situazione nella quale si è costretti a utilizzare una mole abnorme di lavoro precario”.
Ai limiti del paradosso – sottolinea la segretaria generale CISL Scuola - continua a essere la situazione del sostegno, dove emergono con evidenza anche i limiti e gli errori di una programmazione dell’offerta formativa a di poco squilibrata per ciò che riguarda i corsi per il conseguimento dei titoli di specializzazione. Alcuni dati relativi alla scuola primaria parlano da soli: per i 3.396 posti da coprire in Lombardia, nella graduatoria del concorso da poco pubblicata ci sono solo 481 aspiranti. Ancora più clamoroso lo scarto in Piemonte, dove con 1.307 posti su cui assumere la graduatoria concorsuale si ferma a 47 aspiranti. Va un po’ meglio nel Lazio, dove per 957 posti i concorrenti saranno 264, ma in Veneto si potranno assumere solo 114 docenti per 1.538 posti vacanti, e in Emilia 124 su 1.077. Nemmeno utilizzando la I fascia delle GPS, una soluzione sostenuta con forza dalla CISL Scuola lo scorso anno e per fortuna riproposta anche per quelli seguenti, si potrà porre rimedio a uno squilibrio così marcato, sulle cui cause evidentemente è mancata finora la capacità di intervenire in modo efficace”.
Si conferma in sostanza – conclude Ivana Barbacci - il giudizio di grave insufficienza sulle scelte che da troppi anni caratterizzano le politiche del reclutamento. È tempo di cambiare decisamente rotta, come purtroppo non avviene col decreto legge 36 recentemente convertito in legge. Si riprenda su questo un confronto serio con le forze sociali, abbiamo idee e proposte che meriterebbero più attenzione”.