Barbacci: ingiusto e incomprensibile ostacolare la mobilità interregionale dei Dirigenti Scolastici.
La CISL Scuola rilancia con forza il tema della mobilità dei Dirigenti Scolastici, soggetti a vincoli che ne ostacolano il ritorno al proprio luogo di residenza anche una volta ultimati i periodi di permanenza nella regione in cui hanno vinto il concorso. “Una questione – sottolinea la segretaria generale Ivana Barbacci – più volte posta all’attenzione dell’Amministrazione e della politica, ma che continua a non trovare soluzione. Non se ne capisce davvero la ragione, visto che le sedi vacanti e disponibili sono numerose in molte regioni e che i posti lasciati liberi da chi eventualmente si trasferisse potrebbero essere immediatamente riassegnati nella nuova tornata di assunzioni che attingerà alla coda della graduatoria del concorso”.
“A seguito delle insistenze delle parti sociali – prosegue la segretaria generale CISL Scuola - il Ministero aveva proposto uno schema di atto di indirizzo per la modifica dei vincoli. Vincoli che peraltro, quando erano stati inseriti nel contratto collettivo nazionale, facevano riferimento a concorsi che erano ancora regionali. Ora invece il Parlamento ha introdotto una modifica per via legislativa, portando il limite per la mobilità interregionale dal 30 per cento al 60 per cento dei posti vacanti e disponibili e addirittura modificando il CCNL del 2018, ripristinando l’approvazione dell’USR della regione richiesta, approvazione che era stata eliminata con l’art. 53 del CCNL 2018. In tal modo è stata compromessa la possibilità di intervenire al tavolo contrattuale”.
“È davvero stridente – conclude Ivana Barbacci - il contrasto fra questo modo di procedere e le tante affermazioni sulla necessità di salvaguardare l’unità familiare, sulla scuola affettuosa, sulla valorizzazione del personale. Una contraddizione che abbiamo già denunciato per la mobilità dei docenti, lo facciamo oggi per i dirigenti. Chiediamo che almeno sia introdotta nella base di calcolo per la mobilità interregionale la quota delle scuole dimensionate per due anni per effetto dell’ultima legge di bilancio. Purtroppo ci giungono segnali che l’Amministrazione non voglia attuare neppure questa semplice misura per aumentare le possibilità di rientro nella regione di residenza. Non è certo in questo modo che si può dimostrare attenzione e rispetto per i progetti di vita delle persone”.
Roma, 9 maggio 2022
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