Il pensiero magico rifugio degli scettici

04.12.2021 12:21

Su La Stampa del 4 dicembre 2021 Massimiliano Panarari riflette su quanto emerge dal 55° Rapporto Censis, che "lancia l’allarme sulla pandemia di irrazionalismo che ha contagiato la società italiana". Un commento preoccupato, ma attento a non trascurare i segnali positivi che lasciano sperare sulla possibilità di "ricostruire una coscienza collettiva che possa stimolare chi governa a immaginare un progetto e una politica di sviluppo".

A forza di liquefarsi, la società liquida è diventata pure irrazionale. E il «pensiero magico» dilaga in maniera irresistibile. Italia anno 2021, era (purtroppo) ancora pandemica: è questa la più recente e, come sempre, precisissima fotografia della nostra società fatta dal Censis. Nel suo Rapporto sulla situazione sociale del Paese 2021, arrivato alla 55esima edizione e presentato questa mattina al Cnel, l’istituto di ricerca lancia l’allarme sulla pandemia di irrazionalismo che ha contagiato la società italiana, e la descrive chirurgicamente con la consueta capacità di invenzione di nuove categorie analitiche (e il linguaggio immaginifico e pirotecnico che contraddistingue i suoi lavori). L’irrazionalità, come sottolinea il direttore generale del Censis Massimiliano Valerii – che ha illustrato le tesi dell’ultimo Rapporto insieme al segretario generale Giuseppe De Rita – costituisce «un fattore centrale dell’identità di periodo» del nostro corpo sociale. E, così, ci ritroviamo con il 5,9% dei nostri connazionali (pari a quasi 3 milioni) convinti che il Covid-19 non esista, il 10,9% che si dice persuaso della totale inefficacia del vaccino e il 31,4% che continua a considerarlo alla stregua di un “farmaco sperimentale”. Ma nella stagione attuale il negazionismo storico-scientifico risulta veramente su larga scala e “a 360 gradi”, dal 5,8% di terrapiattisti nel senso proprio del termine al 39,9% di nostri concittadini che credono sia operativo il famigerato «Great Reset» mirante alla sostituzione etnica degli italiani (e degli europei) autoctoni. In verità, la sola sostituzione in corso è, giustappunto, quella progressiva e vittoriosa del pensiero magico, che rimpiazza la razionalità in seno a tutta una serie di settori dell’opinione pubblica. Di qui, i trionfi editoriali e televisivi degli antivaccinisti come pure di svariati guru new age e, in generale, di chi sventola il vessillo del direttismo (pseudo)democratico, quello dell’«uno vale uno», mettendo sul banco degli imputati gli scienziati e, più in generale, i sistemi esperti e i portatori di competenze. I ricercatori del Censis interpretano questo processo in maniera sofisticata, e intendono – molto opportunamente – darne una «lettura di sistema», che mette insieme alcuni altri dati portati alla luce da questo 55esimo (e prezioso) Rapporto. Come l’80,8% di italiani che nutre una profonda sfiducia nella possibilità che, nell’odierna fase storica, l’istruzione rappresenti l’elemento essenziale per arrivare alla sicurezza sociale e lavorativa. E come quell’assai minoritaria percentuale del 15,2% che pensa di poter aspirare ancora al miglioramento della propria condizione socioeconomica nel dopo pandemia. Disorientamento di fondo, precarietà lavorativa, impoverimento economico e del capitale sociale, perdita di status sociale, sfiducia nelle istituzioni, ambivalenza delle nuove tecnologie, «effetti di logoramento dello stato di sospensione continuata» (come li definisce il Censis): tutto si salda, aprendo praterie al pensiero magico con la sua carica antisistemica, oltre che antiscientifica. E, molto verosimilmente, infatti, i tanti che abbracciano in questo periodo l’irrazionalismo stanno proprio andando alla ricerca di un’offerta politica o, quanto meno culturale (e, nei fatti, sottoculturale), complessiva per urlare il loro disagio antisistemico. E per rappresentare le loro istanze e attese soggettive deluse – generate, a loro volta, dalla spinta collettiva verso le aspettative illimitate che caratterizza l’Occidente sostanzialmente dalla fine degli anni Sessanta del Novecento. E l’irrazionale, così, si insinua nel vuoto – e nel silenzio assordante – lasciato dalla politica. Quando non è essa stessa a cavalcarlo nel corso della sua campagna elettorale permanente. Mala tempora currunt, e paiono non finire mai. Anche se il terzo di connazionali che ha partecipato a iniziative di solidarietà durante i momenti più acuti della crisi sanitaria costituisce un gran bel segno in controtendenza. E, quindi, se il sonno della ragione genera mostri, ci sono anche gli italiani intenzionati a restare cittadini vigili e “neoilluministicamente” ben desti. La base, indica il Censis, per provare a ricostruire una coscienza collettiva che possa stimolare chi governa a immaginare un progetto e una politica di sviluppo.

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