Revisione percorsi istruzione professionale, incontro al MIUR del 15 ottobre

20.10.2015 16:35

Anche l'incontro del 15 ottobre scorso tra le OO.SS. e i funzionari del MIUR sulla revisione dei percorsi dell’istruzione professionale (prevista dal comma 181, lett. d, della legge 107/2015) si è rivelato, come gli altri svolti in precedenza, assolutamente interlocutorio.
L’Amministrazione ha comunicato che in previsione delle modifiche del quadro costituzionale in materia di istruzione e formazione professionale, che affiderebbero allo Stato le norme generali sulla formazione professionale, oggi legislazione esclusiva delle Regioni, si rende necessaria una revisione dei percorsi e indirizzi degli Istituti professionali, considerata anche la percentuale troppo alta di dispersione scolastica e il continuo calo delle iscrizioni, fatta eccezione per il settore “Servizi alberghieri e di ristorazione”.
La Cisl Scuola, nel ribadire ancora una volta la propria contrarietà all’uso della delega su materie di così grande complessità e rilevanza, ha chiesto all’Amministrazione di rendere pubblici il monitoraggio e la valutazione dei percorsi di apprendimento, che dovevano essere elaborati dall’INDIRE, cosi come previsto dall’art. 7 del DPR n. 87/2010, unitamente al previsto rapporto che andava presentato al Parlamento ogni tre anni e di cui non vi è traccia. Poiché il riordino del Secondo Ciclo è a regime, essendosi compiuto l’intero ciclo quinquennale, il previsto monitoraggio avrebbe potuto evidenziare luci ed ombre di un riordino che assumeva l’obiettivo ambizioso di un rilancio degli Istituti Professionali come filiera rivolta alla progettazione e realizzazione – sia pure nel segno dell’high touch - di soluzioni per la gestione di processi, impianti e/o servizi, ma che in realtà, col taglio delle ore di laboratorio e il proliferare di indirizzi e opzioni in progress, non sembra aver restituito agli stessi identità e configurazione attese.
Ulteriori preoccupazioni sono state evidenziate in merito al potenziamento delle attività didattiche laboratoriali, esigenza sicuramente da condividere ma che, soggetta al vincolo che impone di ragionare “a parità di tempo scolastico”, porta inevitabilmente a dover rivisitare i quadri orari relativi alle discipline generali. Al riguardo, come la Cisl Scuola ha voluto evidenziare, non si può prescindere dal fatto che il primo biennio è parte del percorso di assolvimento dell’obbligo di istruzione, pertanto didatticamente configurato secondo gli assi culturali per il perseguimento delle competenze chiave. È dunque necessario condurre un serio e complesso approfondimento su aspetti che investono direttamente l’assetto ordinamentale, con evidenti implicazioni rispetto alla natura e qualità dei percorsi del sistema nazionale di istruzione che di riflesso incidono profondamente anche sull’organizzazione del lavoro e del personale.