Certificazione delle competenze, al via modelli e sperimentazione

18.02.2015 18:09

Il MIUR ha emanato la Circolare Ministeriale n. 3 del 13.2.2015 con la quale sono finalmente inviati alle Istituzioni Scolastiche i nuovi modelli nazionali per la “certificazione delle competenze al termine del primo ciclo di istruzione” la cui stesura era stata affidata - quasi due anni fa, ex decreto 183/2013 - dall’Amministrazione allo specifico Comitato Scientifico Nazionale.

Il rilascio della “certificazione” in questione - attestante le competenze acquisite a seguito del percorso formativo - è prevista, infatti, dal vigente ordinamento scolastico (dPR 122/2009); la disposizione, però, “nasce” molto prima, esattamente nella legge 53/2003 e trova la sua massima esplicazione nelle Indicazioni Nazionali per il Curricolo che, si ricorda, sono in vigore dal settembre 2013.

In attesa del “modello unico nazionale”, le istituzioni scolastiche hanno adottato nel frattempo strumenti certificativi elaborati autonomamente che dovranno però ora convergere nel nuovo schema.

E’ bene ricordare che sono previste quattro tipologie di certificazioni:

  • al termine della quinta classe di scuola primaria;
  • al termine della terza classe di scuola secondaria di primo grado;
  • al termine della seconda classe di scuola secondaria di secondo grado (quale assolvimento dell’obbligo d’istruzione);
  • al termine della quinta classe di scuola secondaria di secondo grado.

E’ dunque opportuno che le varie modalità di certificazione siano armonizzate tra di esse, cosi da consentire una corretta e trasparente fruizione da parte di genitori e studenti.

Alla Circolare 3 sono allegati:

La Circolare 3 avvia altresì la fase di sperimentazione e ricerca per quelle scuole che ne faranno esplicita richiesta. L’adesione al percorso da parte delle singole istituzioni scolastiche (da comunicare al competente USR entro il prossimo 20 marzo) comporta:

  • la costituzione di un gruppo di progetto con il compito di supervisionare l’adozione dei nuovi strumenti e di promuovere lo sviluppo di adeguate iniziative;
  • un’adeguata informazione ai genitori;
  • l’analisi dell’impatto e le ricadute sull’attività progettuale, didattica e valutativa;
  • l’eventuale adozione - in fase sperimentale - al termine del corrente a.s. 2014/15 dei nuovi modelli di certificazione (previa specifica delibera del collegio dei docenti).

L’adozione obbligatoria è prevista a partire dall’a.s. 2016/17 attraverso l’emanazione di un apposito decreto con il quale il MIUR - dopo aver acquisito gli elementi di validazione emersi nella fase di sperimentazione negli anni scolastici 2014/15 e 2015/16 - recepirà il nuovo e definitivo modello.

E’ da rilevare positivamente la struttura dei nuovi modelli con l’utilizzo di una scala a quattro o tre valori con enunciati descrittivi dei diversi livelli di competenza in sostituzione dei voti in decimi. Il superamento dei voti per la certificazione delle competenze introduce una modifica apprezzabile e perseguibile.

Non è ovviamente possibile formare competenze senza un forte bagaglio di contenuti e saperi disciplinari, ma è pur evidente che l’elaborazione di un curricolo per competenze richiede alla scuola e ai docenti di ripensare il proprio modo di procedere, utilizzando gli apprendimenti acquisiti nell’ambito delle singole discipline all’interno di un processo di crescita più ampio e stabilendo relazioni tra le stesse conoscenze, al fine di elaborare soluzioni alle situazioni, anche problematiche, che si presentano quotidianamente.

Come esplicitamente indicato nelle Linee Guida, “progettare l’attività didattica in funzione delle competenze e della loro certificazione richiede una professionalità docente rinnovata e attenta alle domande, anche e soprattutto implicite, che possono venire dagli alunni”.

Per questo la Cisl Scuola

  • considera la formazione dei docenti la chiave di volta per assicurare questo processo cosi determinante;
  • esprime al contempo le proprie forti perplessità sia per l’esiguità delle risorse economiche disponibili (vedi la C.M. n. 49 del 19.11.2014) sia per l’assenza di un piano formativo pluriennale. Ben lungi dall’assicurare strumenti didattici operativi e formativi a tutti coloro che saranno chiamati a praticare le innovazioni in questione, le novità indurranno gli interessati a provvedervi personalmente, facendo leva ancora una volta sul senso di responsabilità e di professionalità dei docenti, in una condizione però di pericolosa solitudine, non più accettabile in tempi come quelli che stiamo vivendo. Per la buona riuscita delle innovazioni stesse, oggi - al contrario - sono richieste condivisione e partecipazione.