La via italiana all’inclusione scolastica

07.12.2012 13:51

La via italiana all’inclusione scolastica

Si è svolto ieri, 6 dicembre, presso il MIUR, il seminario nazionale “La via italiana all’inclusione scolastica: valori, problemi, prospettive”.

Alla presenza del sottosegretario Marco Rossi Doria, è stata comunicata l’imminente emanazione di una direttiva ministeriale che:

  • fornirà alle scuole indicazioni per la presa in carico di alunni con Bisogni Educativi Speciali (di seguito indicati con BES);
  • definirà le modalità di organizzazione, le funzioni e la composizione del personale dei Centri Territoriali di Supporto (CTS);
  • individuerà in un piano di formazione di tutti i docenti curriculari una priorità non eludibile.

E' indicata come area dei Bisogni Educativi Speciali quell’area di svantaggio scolastico che ricomprende problematiche diverse e tre grandi sottocategorie: quella della disabilità, quella dei disturbi evolutivi specifici e quella dello svantaggio socio-economico, linguistico, culturale.

Molte problematiche ricomprese nei disturbi evolutivi specifici non vengono e non possono venir certificate ai sensi della legge 104/92 e, conseguentemente, non danno diritto alle misure previste dalla stessa legge quadro rendendo quindi necessario riformulare il modello inclusivo all’interno di un contesto profondamente mutato.

La legge 170/10 è già un punto di svolta ma necessita di supporto e di essere declinata al meglio delle sue potenzialità.

I Centri Territoriali di Supporto sono stati istituiti dagli Uffici Scolastici Regionali in accordo con il MIUR mediante il progetto “Nuove Tecnologie e disabilità”. I Centri sono collocati presso scuole polo e la loro sede coincide con quella dell’istituzione scolastica che li accoglie.

I CTS informano i docenti, gli alunni, gli studenti e i loro genitori delle risorse tecnologiche disponibili, organizzano iniziative di formazione sui temi dell’inclusione scolastica e sui BES, anche in rete con altri CTS, valutano e propongono ai propri utenti soluzioni di software freeware offrendo consulenza specifica.

In ogni CTS dovrebbero essere presenti tre operatori individuabili fra i docenti curricolari e di sostegno che possono garantire continuità di servizio per almeno tre anni successivi.

Al fine di corrispondere alle esigenze formative il MIUR ha sottoscritto un accordo quadro con le Università presso le quali sono attivati corsi di scienze della formazione, finalizzato all’attivazione di corsi di perfezionamento professionale e/o master rivolti al personale della scuola in servizio.

Nell’anno accademico 2011/12 sono stati attivati 35 corsi/master, mentre un’ulteriore offerta formativa si attiverà sin dal corrente anno scolastico su alcune specifiche tematiche emergenti in tema di disabilità.

A parere della Cisl Scuola tale Direttiva, nel momento in cui si fa carico dei BES, intraprende un percorso sicuramente meritorio ma che dovrebbe essere gestito con la stessa valenza e lungimiranza che produsse negli anni ’70 la legge 517, traghettando la scuola italiana da una scuola dell’integrazione degli alunni con disabilità ad una scuola della piena inclusione di tutti gli alunni.

Obiettivo perseguibile soltanto se scevro da logiche finanziarie di tagli alla spesa e quindi di tagli alle risorse umane e strumentali.

È condivisibile la necessità che ogni insegnante curriculare abbia una adeguata formazione sui BES ma è altresì fondamentale valorizzare il ruolo degli insegnanti di sostegno che - si ribadisce - sono insegnanti della classe e svolgono una funzione fondamentale anche in situazioni di particolare difficoltà.

La Cisl Scuola auspica, dunque, che se dovrà esserci “una profonda revisione normativa che preveda una grande riforma del pensiero pedagogico e delle pratiche didattiche” questa non vada a confliggere con il percorso “coraggioso” che il nostro Paese ha intrapreso nel 1975 e che ha segnato, forse, la più grande innovazione del nostro sistema scolastico e motivo di orgoglio per la società civile.