Dalla "lectio magistralis" a un "PATTO SOCIALE per la BUONA SCUOLA"

13.11.2006 18:45
Categoria: Comunicati Stampa

Sulla recente "lectio magistralis" del Governatore Draghi le considerazioni di Francesco Scrima per la CISL Scuola.

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Cogliamo con piacere ed interesse l'articolata riflessione sulla scuola e sul nostro sistema formativo fatta dal Governatore Draghi nella sua "lectio magistralis" all'Università "La Sapienza" di Roma.

Il Governatore ha introdotto la sua relazione definendo "inusuale" il suo intervento in tema di scuola.

Vorremmo dirgli che non dovrebbe e non deve essere ritenuto inusuale perché "la scuola è il vero motore del paese" per sua convinta ammissione e pertanto appare consequenziale che il governatore della Banca Centrale di un paese debba, continuamente e in modo approfondito, interessarsi di questo decisivo fattore di crescita.

D'altra parte sembra più che opportuno che la Banca d'Italia, oltre a misurare la ricchezza materiale del paese, si assuma anche la responsabilità di verificare la consistenza di quella immateriale, che rappresenta la indispensabile condizione per il conseguimento della prima.

Per quanto attiene al merito delle analisi e delle considerazioni del Governatore osserviamo che su molte cose vi è necessità di alcune doverose precisazioni.

I raffronti internazionali in materia di istruzione e formazione sono sempre delicati e difficili perché i sistemi sono diversi e la comparazione non può fermarsi solo ad indicatori nominali.

Per esempio, non sono facilmente comparabili i titoli che vengono rilasciati: i nostri diplomati escono da un percorso di scuola secondaria superiore quinquennale mentre in tanti paesi europei tale percorso è quadriennale; in Germania viene annoverato tra i diplomati addirittura chi è in possesso solo di una qualifica triennale.

Anche il solito riferimento al rapporto insegnante/alunni, su cui con troppa facilità si fa enfasi, va considerato e letto con attenzione.

D'altronde anche lo stesso Governatore è costretto a riconoscere che da noi questo rapporto è determinato dalla configurazione del territorio e dal modello inclusivo - cioè di civiltà - che noi perseguiamo accogliendo, ormai da 30 anni, alunni diversamente abili in classi comuni, evitando di ghettizzarli in classi speciali.

Da noi, pertanto, in questo rapporto si deve cogliere la risposta qualificata al pieno esercizio del diritto costituzionale all'istruzione.

Vorremmo, alla luce di queste nostre considerazioni, invitare il Governatore ad approfondire meglio questi numeri e questi dati: la scuola eroga un servizio, soprattutto nelle piccole comunità e nei paesini, che si caratterizza come funzione

culturale ampia per cui a beneficiarne, oltre ai ragazzi, è l'intera comunità, cosicché l'istituzione-scuola rappresenta in tali situazioni l'unica presenza tangibile delle istituzioni.

Da questa riflessione si evince che il rapporto insegnante/alunni non può sfuggire alla necessità di considerare l'incidenza di un tale ruolo della scuola che si rivolge in modo indiretto ad una "utenza" più larga.

La scuola da noi è PRESIDIO culturale e civile di comunità anche piccole.

Vogliamo togliere ad esse una tale presenza?

Poi, circa il modello di scuola, è bene precisare che il nostro curricolo formativo è molto articolato in quanto prevede la presenza di un numero più ampio di discipline rispetto a quelle di altri paesi europei; siamo convinti che ciò è un elemento di forza, un valore aggiunto e non un problema.

E a tal proposito, proprio sul modello di scuola, torna una questione fondamentale: vogliamo una scuola con un modello funzionalista teso a far acquisire agli studenti competenze esclusivamente richieste dal mondo produttivo e finalizzate agli sbocchi gratificanti, offerti dal mercato del lavoro, o riteniamo che ciò sia comunque possibile attraverso una visione antropologica che punti a far crescere una cultura basata su valori non esclusivamente economici quali l'etica, la socialità, la partecipazione, la democrazia che noi riteniamo essenziali?

Su una cosa concordiamo con il Governatore: sulla necessità che si trovi "unità di intenti" per affrontare le sfide che i tempi lanciano alla scuola.

Per questo auspichiamo che la "lectio magistralis" sia occasione per considerare la necessità di quel "PATTO SOCIALE per la BUONA SCUOLA", che da tempo la CISL Scuola insistentemente chiede e che veda lo sforzo serio e sereno di tutta la politica e di tutte le forze responsabili di questo Paese perché effettivamente l a scuola sia il vero motore di crescita civile, e non solo economica, della nazione.

Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola