“Lettera aperta” al Ministro dell’Economia

10.07.2006 15:47
Categoria: Comunicati Stampa

Sul programma della coalizione di Governo, sulla stesura del DPEF e sulle dichiarazioni del prof. Padoa Schioppa, il Segretario Generale della CISL Scuola, Francesco Scrima, ha inviato in data odierna una "Lettera aperta" al Ministro dell'Economia.

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""Egregio Signor Ministro,

noi ricordiamo, e quindi riconosciamo, che Lei non ha partecipato alla stesura del programma con cui l'Ulivo si è presentato alle elezioni vincendole ed ottenendo la fiducia della maggioranza degli Italiani.

Noi ricordiamo, inoltre, che la sua qualifica di tecnico, con la quale ora prende parte (importante e di primo piano) al Governo, non la solleva dalla responsabilità di conoscere - più opportunamente: di riconoscere - il richiamato programma.

Noi, per restare alle esortazioni ed agli auspici contenuti nella lettera che Lei ed il Signor Presidente del Consiglio avete sottoscritto e "recapitata" al Paese, riteniamo di iscriverci, consapevolmente e responsabilmente, tra coloro che vogliono capire.

Per questo motivo seguiamo i suoi ragionamenti, fin dall'inizio del suo incarico e più segnatamente in questi ultimi giorni relativamente alla preparazione del DPEF, con l'attenzione ed il rispetto che - sicuramente - meritano il Suo alto Ufficio oltre che la rilevanza degli argomenti trattati.

Confidiamo, ora, nella Sua disponibilità ad accogliere queste nostre sintetiche osservazioni, ivi compreso il mezzo usato per recapitarglieLe, visto che non disponiamo di sedi e/o appuntamenti estivi per propiziare occasionali incontri e confronti.

Vede Signor Ministro non può limitarsi a comunicare che la linea strategica agirà su tre fronti: "sviluppo, risanamento, equità" e poi ritenere che questo basti a far capire.

Non è nella insistente ripetizione di questa schematica triade, di per se assolutamente condivisibile, che troviamo la possibilità di meglio comprendere, di sentirci rassicurati. Come procedere a farlo, è ritenuto (forse) un trascurabile dettaglio dal suo punto di vista ma, ci creda sinceramente, dal nostro non è affatto così.

Lei prima dichiara che "i sacrifici devono partire dall'alto, da chi si è arricchito e da chi evade il fisco. Chi vive nel disagio non deve più fare sacrifici" e subito dopo precisa che la manovra per il 2007 si strutturerà con forti tagli alle spese su quattro capitoli: sanità, pubblico impiego, previdenza ed enti locali.

Ci perdoni la semplificazione, ma non ci vuole una grande competenza politico-economica per vedere che nel mirino è finito lo stato sociale, proprio quello che tutela i più poveri e i più deboli.

O forse non è così?

Per la verità qualche riserva, peraltro suffragata da maggior cognizione di causa di quanto qui sia possibile a noi, l'abbiamo vista esprimere anche da un suo collega ministro e non sembra davvero che si tratti di mera dialettica di parte.

O forse anche in questo caso non è così?

Noi pensiamo che i discorsi seri (e i suoi si accreditano tali) debbano anche tenere conto del rapporto di coerenza e di conseguenza, che intercorre tra i propositi e le pratiche.

Privilegiare la logica dei tagli, continuare a presentarli come "razionalizzazione", recupero di sperperi e diseconomie, significa semplicemente fingere.

Fingere di non vedere che in questo modo si smantellano le tutele sociali, fingere di non ricordare che il problema di fondo di questo nostro Paese è quello di realizzare una giustizia contributiva per dare luogo ad un equilibrio distributivo.

Recuperare le risorse evase e non comprimere, oltre ogni livello accettabile, le uscite.

L'ammodernamento del "Sistema Paese", il rilancio della sua capacità di competere sullo scenario mondiale passa - e riteniamo che questo sia ampiamente condiviso - dal potenziamento e dalla qualificazione del sistema formativo.

Come CISL SCUOLA abbiamo avuto modo, anche recentemente, di esprimere sconcerto per l'ossessiva riproposizione di misure restrittive che ormai da troppi anni si abbattono sulla scuola mortificandone compiti e ruolo.

Si è detto, anche dal versante sindacale, che la strada è stretta. Non saremo certamente noi a sostenere il contrario; la situazione generale è oggettivamente difficile, ma con la franchezza che ci ha sempre caratterizzato chiariamo che - se le cose continueranno a muovere in questo modo - riteniamo dire piuttosto che la strada non è quella giusta. Non c'è o è comunque impraticabile, almeno secondo noi.

Per storia e cultura non siamo usi ad aprioristiche professioni di fede né - parimenti - ad avere atteggiamenti pregiudiziali. Riconduciamo l'essenza e l'azione del sindacato ai criteri di un sano pragmatismo e pragmaticamente guardiamo a distinguere gli impegni espliciti (compresa la loro praticabilità) dalle enunciazioni di ordine generale.

Roma, 10 luglio 2006

Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola""