Vaccinazione del personale scolastico, servono più informazione, coordinamento e coinvolgimento

08.02.2021 10:47

Nelle scorse settimane la Cisl Scuola aveva chiesto ripetutamente che il personale scolastico fosse individuato fra i target prioritari nella campagna vaccinale contro il Covid 19, considerato che la scuola costituisce una delle infrastrutture di maggiore impatto sociale e con alta densità relazionale. Va accolta dunque con favore la decisione di riconoscere da subito a chi lavora nella scuola l'opportunità di sottoporsi alla somministrazione del vaccino. Una decisione che tuttavia lascia aperti alcuni interrogativi e che andrebbe ricondotta più chiaramente all'interno di un programma da sostenere maggiormente anche in termini di informazione, coordinamento e coinvolgimento.
Nei giorni scorsi, nell’incontro tra Governo e Regioni per la rimodulazione del piano vaccinale a seguito dei ritardi delle case farmaceutiche, è emersa in effetti l’intenzione di consentire al personale delle forze dell’ordine e al personale scolastico di accedere alla vaccinazione, utilizzando il vaccino AstraZeneca, il cui impiego è rivolto al personale di età inferiore ai 55 anni. Alcune Regioni non hanno assunto al momento iniziative, altre invece hanno avviato tempestivamente operazioni di ricognizione, annunciando la predisposizione di una piattaforma per raccogliere le domande di vaccinazione oppure chiedendo alle scuole di farsi tramite per censire la manifestazione di interesse da parte del personale ad essere sottoposto alla vaccinazione. In alcuni territori è stata anche immaginata un’organizzazione capillare per effettuare le vaccinazioni direttamente presso le sedi scolastiche.
Tuttavia, mentre altre categorie di lavoratori, come gli addetti al trasporto pubblico, sollecitano un analogo intervento, molti operatori della scuola si interrogano sui vantaggi di aderire a questa opportunità, a causa della dichiarata minore copertura vaccinale di AstraZeneca rispetto ai più efficaci vaccini Pfizer e Moderna. Si tratta infatti di una adesione libera e volontaria, che pone il personale interessato davanti ad una scelta densa di dubbi ed interrogativi.
La decisone di inserire il personale della scuola nelle priorità della campagna vaccinale e soprattutto di utilizzare il vaccino AstraZeneca, è stata assunta senza alcun coinvolgimento né del Comitato Tecnico Scientifico né dei Sindacati. Non sono state fornite sufficienti informazioni per spiegare perché è opportuno utilizzare il vaccino AstraZeneca piuttosto che nessun vaccino, e se comunque nella percentuale non trascurabile di inefficacia del vaccino (circa il 40% dei vaccinati), in caso di contagio vi sia una attenuazione dei sintomi della malattia rispetto ai non vaccinati.
Le decisioni insomma non sono accompagnate, pur nell’urgenza dettata dalla pandemia, dalla diffusione di informazioni scientifiche verificate che consentano alle persone di operare scelte consapevoli circa l’opportunità di aderire alla campagna vaccinale o meno. Ripetiamo infatti che si tratta di una libera scelta individuale, appunto di una opportunità, essendo peraltro chiaro l'orientamento della CISL Scuola a considerare di grande importanza, nel contrasto alla pandemia, l'utilizzo dei vaccini, così come l'auspicio che nei comportamenti individuali prevalga il senso di responsabilità cui ci hanno richiamati, fra gli altri, anche figure di grande prestigio e autorevolezza (il Presidente Mattarella nel suo discorso di fine anno, lo stesso papa Francesco anche in una recente intervista a Mediaset di enorme risonanza). Una responsabilità - va detto con chiarezza - che deve esercitarsi in un quadro di conoscenze e informazioni di cui è indispensabile disporre proprio per una valutazione corretta e consapevole di tutte le implicazioni connesse alle proprie scelte: una condizione che al momento, per quanto riguarda il piano di vaccinazione nella scuola, è ben lontana dall'essere soddisfatta. Si tratta di una lacuna che chiediamo di colmare al più presto.
L'assenza di chiare indicazioni, e un modo di procedere che appare episodico e casuale da parte delle Regioni, non contribuiscono certo a creare il necessario clima di fiducia e motivazione per un'operazione che meriterebbe di essere ben diversamente sostenuta e governata. Se infatti le informazioni non vengono fornite e non si chiariscono le possibili conseguenze e le motivazioni delle opportunità offerte alla popolazione, si rischia che la disinformazione dilaghi e venga persino alimentata dall’uso spesso superficiale dei social, come per lo più avviene quando si lasciano senza risposta le domande che i cittadini legittimamente si pongono. La pandemia determina così non solo un pesante impatto sanitario ma anche un effetto collaterale di tipo sociale che genera sospetto e sfiducia, divenendo un rilevante ostacolo alla campagna vaccinale stessa ed al contrasto della diffusione del contagio.
Ciò di cui abbiamo bisogno ora non è solo la disponibilità delle dosi di vaccino necessarie, ma anche la forte capacità delle autorità di comunicare con i cittadini, di diffondere dati robusti ed informazioni verificate che aiutino la popolazione a maturare scelte consapevoli. Peraltro, poiché si tratta di una scelta, va previsto che una parte del personale non aderirà alla vaccinazione e la contemporanea presenza in servizio di operatori vaccinati e non vaccinati comporterà la necessità di una revisione dei protocolli per la sicurezza nelle scuole. Alla luce dell’art. 29/bis del DL 23/2020, convertito con modificazioni dalla L. 5 giugno 2020, n. 40, questa revisione costituisce un elemento imprescindibile per definire la responsabilità dei datori di lavoro nell’adottare “le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro” (art. 2087 cc).
Il coinvolgimento dei Sindacati è fondamentale per la tutela del personale della scuola e per la limitazione dei confini della responsabilità dei dirigenti scolastici in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, in relazione alla pandemia. I corpi intermedi rappresentano uno snodo essenziale nella difesa del personale e del diritto a condizioni di lavoro sicure, vigilano sulle scelte e costituiscono un controllo su eventuali forzature dettate dagli interessi di mercato. Coinvolgere il sindacato in questi aspetti è strategico perché siano diffuse informazioni solide e verificate e venga contrastato ogni tentativo di falsificazione o strumentalizzazione a danno dei lavoratori e della loro salute.
Per questo la Cisl Scuola chiede una audizione al CTS per un approfondimento degli aspetti di sicurezza e garanzia dei lavoratori e che siano immediatamente e urgentemente riattivati i tavoli nazionali di confronto per il coordinamento della campagna vaccinale nelle scuole e la revisione del Protocollo di sicurezza per gli Istituti scolastici.