COSÌ SI RECUPERANO GLI SCATTI DI ANZIANIT?

29.07.2010 16:46

Consideriamo un buon risultato le modifiche apportate in Parlamento alla manovra economica sulla complessa e difficile questione delle progressioni di anzianità del personale scolastico.

Come talvolta accade, anche argomentazioni spese per sostenere valutazioni di segno opposto ce ne danno, paradossalmente, conferma.

E’ il caso, ad esempio, di alcune schede di lettura curate dalla Flc CGIL: nel tentativo di evidenziare i limiti delle soluzioni da noi concordate col Governo, esse in realtà finiscono per documentare in modo puntuale quali siano i passi in avanti che la stesura definitiva del testo ha compiuto rispetto alla formulazione originaria.

Dunque, l’impegno speso a dimostrare che il bicchiere è “mezzo vuoto” ci fa capire in realtà, e molto bene, come lo fosse del tutto all’inizio del percorso legislativo e come ora, invece, si possa considerare “mezzo pieno”.

In dettaglio:

  • il comma 23 dell’art. 9, che rende inefficace il triennio 2010/12 ai fini della maturazione di incrementi stipendiali, è stato integrato in modo da renderlo meno rigidamente prescrittivo (“E’ fatto salvo quanto previsto dall’articolo 8 comma 14”);
  • nello stesso modo, e con identica formulazione (“E’ fatto salvo quanto previsto dall’articolo 8 comma 14”), è stato integrato il comma 1 dell’art. 9 (che “congela” per tre anni le retribuzioni dei dipendenti pubblici). In virtù di tale modifica (evidentemente sfuggita nella compilazione delle schede citate), si prevede un’eccezione a tale “congelamento” per il comparto scuola;
  • diventa possibile, quindi, destinare alle retribuzioni del personale le risorse di cui all’art. 8 comma 14 (il 30% delle economie realizzate con la riduzione degli organici). Nella versione originaria del decreto, esse erano indirizzate ad altri scopi, puntualmente elencati nella relazione tecnica allegata al decreto (crediti delle scuole, supplenze, spese di funzionamento);
  • si prevede che l’ammontare di queste risorse (precisamente riportato nelle schede della Flc CGIL e in parte già certificato nella sua effettiva consistenza) sia ampiamente superiore a quanto servirà, nel triennio 2010/12, per pagare gli incrementi legati alle progressioni di anzianità. Sarà il ministro dell’Istruzione, di concerto col MEF, e sentite le organizzazioni sindacali, a stabilire la destinazione delle somme rese disponibili nei modi appena descritti.

Se il testo di legge è necessariamente vago, non lo sono gli impegni assunti dal Governo, nella persona dello stesso Ministro dell’Economia: fin d’ora l’obiettivo della nostra attenzione e della nostra iniziativa è che a tali impegni sia data puntuale e coerente attuazione.

La soluzione individuata vale certamente a rimuovere quello che viene definito “il danno immediato per coloro che avrebbero dovuto scattare di fascia retributiva nel prossimo triennio”: la combinazione dei tre emendamenti consentirà infatti di riconoscere agli interessati gli incrementi derivanti dall’anzianità maturata.

Per il resto, sarà la sede del rinnovo contrattuale – dopo la moratoria imposta dalla manovra – quella in cui affrontare e risolvere il “nodo” di una struttura delle carriere su cui non da oggi è aperta una discussione nella quale sono messi “sotto tiro” quegli automatismi di anzianità che per la verità nessuno, anche in passato, ha mai difeso più della CISL.

Davvero è difficile credere che si potessero ottenere, nelle presenti concrete circostanze e non in astratta teoria, risultati migliori.