Regolamento "organici ATA". I "tagli" limitano le scuole e mettono in serio pericolo la realizzazione dei compiti istituzionali

26.02.2009 18:20

La CISL Scuola - così come già espresso in relazione ad interventi per altri settori e/o professionalità - ribadisce il netto dissenso sui contenuti dell'art. 64 della legge 133/08 e, nello specifico, sulle norme attuative previste nel "Regolamento concernente gli organici del personale ATA", approvato in prima lettura dal Consiglio dei Ministri lo scorso 20 febbraio.

L'entità dei "tagli" mina alla radice la funzionalità delle istituzioni scolastiche e determina il rischio che le stesse non possano più garantire il compito istituzionale di istruzione e formazione.

Una diminuzione così pesante del personale assistente amministrativo, tecnico e collaboratore scolastico non può essere considerato un intervento di "razionale utilizzo delle risorse umane", ma un impoverimento complessivo delle potenzialità di cui la "buona scuola" necessita.

Il processo di decentramento amministrativo della scuola dell'autonomia, così come il potenziamento di attività laboratoriali in tutti i gradi scolastici, non sono certamente tenuti in debito conto da politiche volte esclusivamente alla realizzazione di risparmi senza una seria riflessione circa l'unità dei servizi necessaria per la funzionalità, l'efficacia e l'efficienza della scuola pubblica.

La necessità di una redistribuzione degli organici - attraverso un percorso di individuazione di un'unità dei servizi adeguata alle esigenze della scuola dell'autonomia, al decentramento delle funzioni ed ai carichi di lavoro che lo stesso comporta - era stata sollecitata anche attraverso la costituzione di una "commissione paritetica" (mai riunitasi!!); detta redistribuzione doveva determinare un rafforzamento delle capacità dei servizi delle istituzioni scolastiche, a sostegno delle finalità istituzionali e dei progetti educativi.

Lo schema di Regolamento, invece, interviene sulle tabelle di definizione degli organici in termini squisitamente numerici, eludendo un approccio meditato non solo rispetto alle specificità dei singoli ordini e gradi di scuola ma anche a quelle afferenti i diversi profili del personale, creando di conseguenza ulteriori difficoltà rispetto a funzioni e compiti organizzativi ed amministrativi ormai similari e generalizzati delle istituzioni scolastiche.

La riduzione dei collaboratori scolastici prevista dal Regolamento è immaginabile solo in presenza di una drastica riduzione del numero dei punti di erogazione del servizio, con la conseguenza di deprivare di un servizio importante e fondamentale come quello scolastico le realtà locali di moltissimi piccoli comuni.

Considerando, poi, sia gli orari di apertura necessari per i tempi scolastici "lunghi", sia la custodia e la manutenzione (cui comunque occorre provvedere), è improponibile qualsiasi ipotesi che non garantisca la sorveglianza e la sicurezza.

Il mantenimento dei "tetti" regionali è la chiara dimostrazione che i risultati non sono certi ovvero che i "tagli" saranno più di quelli quantificati; il complessivo trend positivo di iscritti nelle scuole, inoltre, non viene tenuto in debito conto.

La CISL Scuola:

  • ritiene l'ipotesi di una "intensificazione" del lavoro del personale in servizio in alternativa al conferimento di contratti a tempo determinato sia un'inopportuna "incursione" contrattuale sia una procedura poco gestibile in presenza di un organico insufficiente rispetto alle normali esigenze della scuola sia un ulteriore attacco al personale precario;
  • rileva con attenzione la previsione - a completamento delle aree professionali contrattualmente previste - della costituzione dell'organico dell'area "C", utilizzando anche gli strumenti previsti nel citato art. 64, ma esprime una netta contrarietà a che questo avvenga con la contestuale riduzione del corrispondente personale di area "B";
  • sottolinea come la politica dei "tagli" limiti le scuole non solo della capacità progettuale ma mette in serio pericolo la realizzazione dei compiti istituzionali;
  • è impegnata - rispetto ai pesanti interventi messi in campo - a rappresentare a tutti i livelli le ragioni del dissenso, a partire dalla formulazione dell'annuale decreto interministeriale fino alla entrata in vigore a regime delle nuove tabelle che troveranno compiutezza al termine del triennio di riferimento 2009-2011.