ASSEMBLEA NAZIONALE CISL SCUOLA

Bagni di Tivoli, Hotel Duca d'Este
14-15-16- ottobre 2014

Scrima: la partita non ci spaventa, la giocheremo bene

Aperti dalla relazione di Francesco Scrima i lavori dell'Assemblea Nazionale Cisl Scuola. Temi affrontati il confronto col governo su jobs act e legge di stabilità, le vertenze in atto nel settore pubblico contro il blocco dei contratti, la consultazione sul documento del governo sulla "buona scuola".

Il documento conclusivo dei lavori

In chiusura dei lavori l'Assemblea Nazionale ha votato all'unanimità un documento nel quale viene sintetizzato quanto emerso dal dibattito. In quattro sessioni di lavoro, una delle quali dedicata alla tavola rotonda del giorno 15, si sono avvicendati numerosi interventi che per quanto riguarda in particolare le linee guida sulla Buona Scuola hanno arricchito di ulteriori approfondimenti le indicazioni contenute nel nostro dossier.
Espressa forte condivisione per le iniziative di mobilitazione messe in atto dalla confederazione e dalle categorie del lavoro pubblico.

Vedi anche il servizio video dedicato dal TG CISL all'Assemblea Nazionale Cisl Scuola

"PER COSTRUIRE LA BUONA SCUOLA..."
Tavola Rotonda

Eraldo Affinati (introduzione)
Lorenzo Dellai
Giuseppe Fioroni
Ivanhoe Lo Bello
Gabriele Toccafondi
Francesco Scrima
Annamaria Furlan 

Coordinamento Giancarlo Cappello

15 ottobre, ore 16

Ma quella del Governo, che consultazione è?

E’ in corso la tavola rotonda sulla Buona Scuola organizzata nell’ambito dell’Assemblea nazionale della Cisl Scuola riunita a Tivoli. Un confronto che al di là degli aspetti di merito, comunque emersi nei diversi interventi, si è focalizzato in gran parte anche sul valore di una consultazione che il sottosegretario Toccafondi ha difeso come scelta innovativa, ma rispetto alla quale Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola, ha avanzato più di una riserva. “Sono circa 20 milioni, se consideriamo gli studenti e le loro famiglie, le persone in qualche modo direttamente coinvolte in una rapporto diretto col mondo della scuola. E più o meno un milione le persone che ci lavorano. Per questo ci stupisce la grande enfasi che viene posta su 30.000 risposte ai quesiti della consultazione on-line. Questo è prevalentemente un sondaggio – afferma Scrima – e rispettiamo le opinioni che vi si esprimono, ma sul livello di competenza che vi si riscontra avremmo qualcosa da dire”.
Qualche frecciata anche sul tema del merito, che a detta di Scrima viene ancora una volta richiamato, nel progetto del governo, in modo superficiale e “ideologico”. In precedenza il vicepresidente di Confindustria Ivanhoe Lo Bello aveva posto l’accento, in modo particolare, sul rapporto cruciale tra percorsi formativi e mercato del lavoro, anche in riferimento alla testimonianza con cui si sono aperti i lavori, quella in cui Eraldo Affinati, insegnante e scrittore, aveva presentato la sua esperienza di scuola rivolta prevalentemente agli “ultimi della classe”.
Sono attesi ora gli interventi di Milena Santerini (Popolari per l’Italia) e Giuseppe Fioroni (Partito Democratico), prima delle conclusioni affidate alla segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan.

Buona Scuola, luci e ombre. Gli interventi di Fioroni, Santerini e Furlan

Col documento sulla Buona Scuola si rovescia il percorso che sarebbe stato necessario: dalle assunzioni ai bisogni della scuola, e non viceversa. E’ la contestazione che alla tavola rotonda della Cisl Scuola, in corso a Tivoli, muove al governo la parlamentare dei Popolari per l’Italia Milena Santerini, che prende anch’essa di punta la consultazione in corso, giudicata più di immagine che di sostanza. “Per anni abbiamo fatto consultazioni che non approdavano a decisioni, ora si rischia di decidere senza una consultazione vera. Quella in atto non lo è”. Così la Santerini, che solleva poi dubbi sulla qualificazione professionale di molti dei destinatari del piano di assunzioni, persone che in tanti casi non hanno mai insegnato o non insegnano da anni. Partire dalla rilevazione dei bisogni della scuola, e legare a questo ogni ragionamento su quante e quali assunzioni; investire sulla formazione del personale per sostenere i processi di innovazione e per un efficace contrasto alla dispersione e agli abbandoni; e avere certezza delle risorse da investire sul sistema di istruzione, se si vuol dare credibilità a progetti ambiziosi.
A tutto campo l’intervento di Fioroni, che rivendica i meriti del PD nel ridare centralità ai temi della scuola, ma non esita a mettere sul tavolo non poche perplessità, di merito e di metodo, sulla proposta del governo. Con una battuta sulla consultazione: “Un passo avanti rispetto ai sondaggi dell’era Berlusconi, almeno oggi siamo alla consultazione on line. Ma da qui a una consultazione vera ce ne corre. Attorno al progetto si vorrebbe vedere in campo un po’ più di competenze, mentre c’è talvolta qualche arroganza di troppo”. Sulle assunzioni, il segnale dato è importante, ma rischia di non essere risolutivo di tutti i problemi: ci sono aree di lavoro precario che non avranno risposta, o l’avranno solo da sentenze di cui il governo dovrà in ogni caso prendere atto. Molti dubbi avanza Fioroni anche sulle carriere “per competenza”, eccessivamente piegate a una logica di competizione esasperata, con meccanismi lasciati nel vago o ampiamente discutibili. Tuttavia è sbagliato, dice Fioroni, opporsi al riconoscimento del merito: “La cultura del merito, correttamente intesa e applicata, è l’unico vero antidoto alla cultura del privilegio e deve pervadere la scuola in ogni suo aspetto, dalla didattica alla gestione del personale”.
Il sindacato è per sua natura un soggetto che punta a costruire coesione sociale: così Annamaria Furlan esordisce davanti alla platea della Cisl Scuola, sottolineando il ruolo che la scuola svolge per le persone e per il paese. Anche per questo è inaccettabile un blocco del contratto che dura da sette anni. Sono stati i temi del confronto col governo, dalla riforma dl lavoro alla manovra economica, ad avere ampio spazio nel suo intervento, in cui ha ribadito la centralità del tema occupazione nelle strategie che orientano l’azione del sindacato. “Non ci interessa fare un po’ di manifestazioni fini a sé stesse: noi le facciamo per sostenere obiettivi precisi, primo fra tutti il lavoro, per dare prospettive a intere generazioni che oggi non ne hanno. E’ importante che dopo mesi di chiusura e di pretese di autosufficienza si siano aperti spazi di confronto col governo: li abbiamo rivendicati, sarebbe davvero strano, ai limiti dell’autolesionismo, se non li praticassimo con determinazione”.