"Ripartire da una conferenza nazionale sulla scuola". Gissi su ItaliaOggi

10.09.2019 12:42

Sul quotidiano ItaliaOggi del 10 settembre 2019 è pubblicato un articolo della segretaria generale CISL Scuola, Maddalena Gissi, che di seguito si riporta.
"Inevitabile, ogni volta che si insedia un nuovo Governo, essere interrogati sulle priorità individuabili in un’agenda sempre affollata da innumerevoli problemi. Io ne sottolineo tre, partendo dal rilancio di una fondamentale questione di metodo, più volte posta dalla mia organizzazione e che vedo con piacere ripresa in questi giorni anche da altri. Da troppo tempo la scuola soffre il disagio alimentato da un malinteso protagonismo della politica, che ha trasformato le sacrosante prerogative del Legislatore in una sorta di esercizio esclusivo e autoreferenziale del potere di decisione anche su materie come istruzione e formazione. E così si è ritrovato in balia delle alterne stagioni politiche un grande 'bene comune' come la scuola. Che appartiene all’intero Paese, non a governi e maggioranze pro tempore; che richiede scelte meditate, sostenute dal più ampio consenso e definite attraverso percorsi che vedano attivamente coinvolto il corpo professionale cui è affidata inevitabilmente la messa in atto di ogni modello 'pensato' dalla politica. In un fascicolo inviato a tutte le forze in campo prima delle elezioni del 4 marzo 2018 lanciavamo la proposta di una Conferenza Nazionale sulla scuola, passaggio fondamentale per ricondurre a modalità più proficue e costruttive il dibattito sulle politiche per istruzione e formazione, individuando anche le aree tematiche su cui centrare il confronto e la riflessione. La richiesta può sembrare irrealistica in un contesto dominato da contrasti e rissosità, noi la consideriamo rispondente a un’esigenza fortissima, ridare al sistema stabilità e serenità. Senza nuove avventure o nostalgie per norme di cui abbiamo già corretto per via contrattuale le più evidenti brutture.
Le altre due questioni su cui vorrei porre l’accento sono reclutamento e precariato, e rinnovo del contratto. Sul reclutamento resta in tutta la sua urgenza e necessità il pacchetto di misure contenute nel decreto sul precariato 'congelato' dalla crisi di governo. Anche il nuovo ministro riconosce la necessità di rimetterlo in pista, pur accennando a non meglio precisate modifiche. Quel decreto è frutto di un confronto approfondito tra sindacati e MIUR, un lavoro impegnativo e serio, attento a coniugare diritti dei precari ed esigenze di qualità del sistema. Non è una sanatoria di basso profilo, come qualcuno l’ha voluta dipingere, ma un atto di doveroso riconoscimento per esperienze pluriennali di lavoro, delineando peraltro percorsi abilitanti lunghi e impegnativi. L’unico limite è per noi il suo carattere esplicitamente transitorio, mentre crediamo che un sistema rivisitato e aggiornato di 'doppio canale' sia la soluzione più opportuna da prefigurare a regime. Sul nuovo contratto, la legge di bilancio porterà alla verifica dei fatti le belle parole che ancora una volta ritroviamo in un programma di governo o in dichiarazioni alla stampa. Ci attendiamo che l’affermata volontà di dare più giusto riconoscimento al lavoro di tutto il personale della scuola, in primo luogo riallineando al resto d’Europa le sue retribuzioni, trovi nella legge un riscontro coerente e conseguente
".