Il senso civico salvato dai bambini

11.06.2014 20:11

"È sicuramente un bravo insegnante quello che ha lasciato una traccia importante di civismo nei due ragazzini; e vale la pena domandarsi quanti altri lo fanno oggi, nella scuola che ha cancellato l’Educazione civica come materia d’insegnamento". Da un bell'episodio di generosità e altruismo una riflessione di Giangiacomo Schiavi (Corriere della Sera, 11 giugno 2014) sul ruolo fondamentale della scuola e dell'educazione

Facciamo un applauso a questi due ragazzini. Hanno salvato l’amico colpito da una scarica elettrica nel parco, se lo meritano proprio. Un altro gli sarebbe dovuto per la risposta dopo il loro intervento: «Abbiamo fatto quel che ci hanno insegnato a scuola, uno spintone secco è il modo migliore per liberare qualcuno che rimane folgorato». Con una spinta e poche parole a Martinengo, provincia di Bergamo, si resuscita una materia soppressa da anni: l’educazione civica. Insegnarla è utile, qualche volta può salvare una vita. Ci dice questo il gesto coraggioso di Lokman e Saliou, nove anni entrambi, uno marocchino, l’altro senegalese, che nel tardo pomeriggio di domenica hanno evitato una brutta fine all’amico di cinque anni, Hatim Albab, colpito da una scarica da 220 volt. Ci spiega con la semplicità dei bambini che ogni nostro comportamento può far crescere quel capitale sociale che dà valore ad una comunità e ad un territorio: tanto più è alto il valore dell’altruismo, della generosità e della reciprocità, tanto più si possono creare le condizioni per una migliore convivenza.
Non ci sarebbe molto da aggiungere ad una cronaca che poteva finire in tragedia, senza la risposta dei due ragazzini: la corsa all’ospedale Giovanni XXIII, il ricovero del bambino ustionato in pediatria, l’inchiesta della Procura sull’impianto che non doveva dare la scossa, la soddisfazione dei genitori e del sindaco leghista di Martinengo che propone un’onorificenza ai piccoli eroi. Il messaggio di Lokman e Saliou si presta ad un’altra riflessione, diventa quasi una spinta a ricostruire, partendo dalla scuola, quel senso civico tante volte invocato (e poche volte praticato) che distingue un paese e una società. È sicuramente un bravo insegnante quello che ha lasciato una traccia importante di civismo nei due ragazzini, e vale la pena domandarsi quanti altri lo fanno oggi, nella scuola che ha cancellato l’Educazione civica come materia d’insegnamento. Perché c’è una filiera inceppata in questa nostra modernità, ed è quella educativa, la sola in grado di ripristinare l’attitudine ai comportamenti corretti un tempo declinati dalla famiglia e dalla scuola.
Educazione civica è agire per il bene comune, rispettando gli altri e generando esempi imitabili, ma anche denunciare furberie, intrallazzi, corruzione e ingiusti privilegi che negli ultimi anni si sono cumulati a strati sempre più alti, con la vergognosa giustificazione del così fan tutti, o, ancora peggio, che all’illegalità nessuno sfugge e quindi è inutile cercare di cambiar verso. Quel «l’abbiamo imparato a scuola», candidamente ammesso dai due italianissimi Lokman e Saliou ci fa riflettere su quel che serve per avere più fiducia e speranza: un incentivo a far bene, con i principi di un’educazione civica da insegnare ai bambini e da reintrodurre come novità. 

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