Come migliorare la macchina dello Stato

23.07.2013 15:40
Categoria: Articoli giornale

Un editoriale di Sabino Cassese sul "Giornale del diritto amministrativo", ripreso da Il Sole 24 ore; l'autore indica alcuni "precetti" per il miglioramento della macchina pubblica.

Siamo tutti scontenti della macchina dello Stato: i governanti le cui politiche rimangono attuate a metà, i governati che lamentano lentezza e inefficienza, i burocrati frustrati e impotenti (per di più accusati d'esser fannulloni), l'alta dirigenza, identificata come una casta. Che fare? Ecco qualche idea.

1. Modificare il modo di governare, ricorrendo a meno leggi e interessandosi maggiormente della realizzazione degli obiettivi. La politica e i governi debbono imparare a guidare l'amministrazione e a valutarne azione e risultati.

2. Non illudersi di poter tornare allo stato di natura, con le «zone a burocrazia zero». Degli apparati esecutivi c'è bisogno. Per ridurne il peso, molto si può fare creando centri autentici di responsabilità.

3. Gli esecutivi soffrono di deficit di capacità realizzativa: una delle cause è che tutti sono responsabili, quindi nessuno lo è. Occorre eliminare le mezzadrie di competenza.

4. Occorre uscire dal circolo vizioso dello spoils system. Bisogna fare una verifica degli incumbents, stabilizzarli, eliminare lo spoils system e sostituirlo con un meccanismo fast stream, tipo ENA francese, che serva sia al reclutamento sia alla collocazione.

5. Riportare in auge il merito, riscoprendo i concorsi, ma ripensandone i meccanismi: verificare le attitudini, non le sole conoscenze; introdurre prove che corrispondano alle mansioni da coprire; valorizzare casi pratici ed esperienze professionali. In questo modo si ridà speranza ai giovani.

6. Riprendere il controllo (democratico) dell'amministrazione. Il Parlamento ha rinunciato all'attività di controllo dell'amministrazione, illudendosi che la moltiplicazione delle leggi possa supplire. Le leggi sono, però, editti, grida: non vengono necessariamente eseguite. Anche i vertici amministrativi non control-lano, sia perché i gabinetti ministeriali sono insufficienti, sia perché le attività di vigilanza e ispezione sono scomparse. Unici controllori sono i giudici, che però arrivano in ritardo, sono spesso «usati» da parti interessate, non possono prendere loro stessi l'iniziativa.

Questo è un elenco di interventi necessari e urgenti per trasformare gli apparati pubblici da costose palle al piede in macchine della modernizzazione del Paese. Alcuni richiedono più Stato, altri mirano ad aver meno Stato. Ma sbaglierebbe il governo che non dosasse il ricorso ad essi sul tempo che ha davanti per realizzarli (anche se per qualcuno di questi obiettivi dovrebbe operare come se avesse almeno dieci anni di vita: bisogna pur cominciare!) e che non svolgesse un altro compito diuturno, quello di evitare che le pubbliche amministrazioni peggiorino.

(Editoriale del Giornale del diritto amministrativo - ripreso su Il Sole 24 ore di domenica 21 luglio 2013)

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