Bill Gates: il web non è tutto, prima vacciniamo i bambini

04.11.2013 12:40
Categoria: Articoli giornale

Internet non è onnipotente. Affermazione che assume più peso se si tiene conto che a farla è nientemeno che Bill Gates, fondatore di Microsoft, il colosso che ha rivoluzionato il mondo dei computer. Maurizio Molinari su La Stampa del 3 novembre

Altro che internet: per salvare il mondo servono vaccini e medicine. Il “tecnocrate” Bill Gates, fondatore del colosso che ha rivoluzionato il mondo dei personal computer, punzecchia i rivali della Silicon Valley, tutti quei tecnocrati in molti casi più giovani di lui, come Mark Zuckerberg, che ritengono internet la panacea di tutti i mali.

«È certo che amo l’information technology. Ma quando si tratta di migliorare le vite, si ha a che fare con cose più basiche, come la sopravvivenza e l’alimentazione dei bambini», afferma Gates in un’intervista al Financial Times, in quella che sembra una “stoccata" a Zuckerberg, il cui obiettivo dichiarato è «cambiare il mondo» mettendo online i cinque miliardi di persone ancora non connesse.

Uno scontro a distanza fra due “titani” della Silicon Valley, fra due generazioni: il “vecchio” personal computer e il “nuovo” social network. Gates non nasconde la propria irritazione di fronte alla priorità indicata da Zuckerberg, ovvero che internet è una forza inevitabile per il miglioramento sociale ed economico. «Una priorità? È uno scherzo...»: la connettività, spiega Gates, è importante ma trovare un vaccino contro la malaria lo è di più. «Se qualcuno ritiene che la connettività sia più importante va bene. Io non lo ritengo», replica secco Gates. Il secondo uomo più ricco al mondo sostiene che certo l’innovazione è una «buona cosa», che la «condizione umana sta migliorando a causa dell’innovazione. Ma nonostante questo non può risolvere i problemi dei più deboli, quali la diffusione di malattie, la povertà, la mancanza di opportunità e la disperazione che questo provoca.

E alle battaglie in difesa dei più deboli Gates si è dedicato da anni, abbandonando i compiti operativi a Microsoft: la decisione di gettarsi anima e corpo - mette in evidenza Gates - in cause come cercare di prevenire le morti infantili o migliorare l’educazione negli Stati Uniti è stata il risultato di precisi calcoli etici. Gates invita tutti i miliardari a seguire il suo esempio e quello di Warren Buffett, il guru della finanza, a devolvere quasi tutta la loro ricchezza a cause umanitarie. Con la moglie Melinda, Bill Gates ha fondato nel 1997 la “Bill and Melinda Gates Foundation”, che devolve quasi 4 miliardi di dollari l’anno alla lotta alla povertà, ovvero quasi la metà di quanto gli Stati Uniti hanno speso per iniziative umanitarie globali nel 2012. Il lavoro alla Fondazioni assorbe la maggior parte del tempo di Gates che, comunque, di recente ha visto aumentare gli impegni in Microsoft: Gates è infatti nel comitato che deve scegliere il prossimo amministratore delegato della società. Su questo però assicura: non ha alcuna intenzione di tornare a tempo pieno come fece Steve Jobs quando riprese il controllo di Apple. Ci sono cose più importanti da fare.

La Stampa, 3 novembre 2013