Pareri del CSPI sugli schemi di decreto relativi al “Gruppo per l'Inclusione Territoriale" e ai “Centri territoriali di supporto"

02.10.2021 13:05

Nell'adunanza plenaria svoltasi ieri, 1° ottobre, in modalità telematica nel rispetto delle misure governative concernenti l'emergenza sanitaria, il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) ha espresso, con voto unanime, due pareri:

  • sullo schema di decreto del Ministro dell’istruzione, di concerto con il Ministro dell’economie e delle finanze, concernente il “Gruppo per l'Inclusione Territoriale (GIT), ai sensi dell’articolo 15, comma 7 della legge 5 febbraio 1992, n. 104”;
  • sullo schema di decreto del Ministro dell’Istruzione recante “Centri Territoriali di Supporto (CTS), ai sensi dell’articolo 9, comma 2-bis del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66”. 

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Il CSPI, nella premessa del primo parere

  • rileva che l’emanazione dei due provvedimenti sottoposti all'attenzione del Consiglio (costituzione del GIT e dei CTS), dopo la sentenza del Tar del Lazio n. 9795 del 14.9.2021, pur non avendo connessioni dirette con quanto impugnato e annullato, potrebbe essere utile se orientata a ridurre il senso di confusione delle scuole sulla tematica dell’inclusione, razionalizzando e valorizzando le risorse a disposizione;
  • rileva, altresì, che le modifiche apportate dal d.lgs. 96/2019 al d.lgs. 66/2017 - in particolare all'art. 9, comma 1, che novella l’art. 15 della L. 104/92 - hanno creato una proliferazione di organismi e una sovrapposizione di competenze, di ruoli e di funzioni degli stessi che, invece di semplificare, rendono caotica la governance territoriale sull'inclusione. A questo proposito si suggerisce che le modalità di collaborazione, relazione e coordinamento tra i diversi organismi territoriali operanti sul tema dell'inclusione possano essere opportunamente definite in un unico prossimo decreto;
  • ritiene che lo schema di decreto in questione debba contenere indicazioni sulle modalità di funzionamento anche dei CTS eventualmente incardinandoli presso i GIT, pur mantenendo la distinzione delle competenze e degli ambiti di intervento a seconda delle differenti composizioni previste dalla norma. In tal senso l'indicazione della sede per entrambi detti organismi presso la stessa istituzione scolastica di riferimento consentirebbe di razionalizzare e ottimizzare le risorse a disposizione, semplificare la governance, garantire un reale coordinamento delle attività e della progettazione delle iniziative;
  • ritiene necessaria, per quanto riguarda la collocazione a livello provinciale del GIT, un'articolazione coerente con le specificità territoriali, anche per utilizzare al meglio le risorse assegnate alle province/città metropolitane, e per garantire uno dei principali obiettivi della normativa, ossia l’interlocuzione con le scuole del e nel territorio, chiarendo al contempo il ruolo degli Enti locali e delle ASL.
  • considera, per l’individuazione dei docenti da assegnare al GIT, non adeguata alla complessità delle differenti realtà dei territori l'utilizzazione del numero di istituzioni scolastiche come unico parametro (un docente ogni 23 scuole). Si chiede di integrare detto criterio almeno con quello più significativo del numero degli alunni con disabilità in rapporto alla popolazione scolastica del territorio nell'ultimo triennio;.
  • auspica, infine, considerate le finalità, la complessità e l'importanza degli interventi e dei compiti affidati al GIT e al CTS, che i docenti assegnati possano fruire quantomeno di forme di parziale esonero dall'insegnamento.

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In merito al secondo parere, il CSPI, rammentando quanto disposto dal comma 2-bis dell'art. 9 del d.lgs. 66/2017, ritiene che il contenuto dello schema di decreto sottoposto all'esame del Consiglio sia esorbitante rispetto alla delega assegnata che prevede unicamente l'individuazione delle istituzioni scolastiche di riferimento per i CTS, mentre l'emanando provvedimento ministeriale interviene nella definizione di aspetti non previsti dalla norma di riferimento, quali sede, composizione, funzionamento. 

Il CSPI anche in questo secondo parere ribadisce il suggerimento che le modalità di collaborazione, relazione e coordinamento tra i diversi organismi territoriali operanti sul tema dell'inclusione possano essere opportunamente definite in un unico futuro decreto.