Altissimo il numero delle proposte di conciliazione, altro che "errori marginali"! E in tanti si rifiutano di conciliare

01.09.2016 20:00

I numeri parlano chiaro: non sono affatto un fenomeno marginale gli errori nelle procedure di trasferimento, se per la sola scuola primaria gli uffici periferici dell’Amministrazione stanno portando avanti ben 2.600 tentativi di conciliazione. Tentativi, si badi bene, che coprono poco più di metà delle richieste fatte dagli interessati, oltre 5.000.
Le proposte di conciliazione sono infatti solo quelle consentite dalla disponibilità di posti, mancando i quali viene meno la possibilità di rimediare agli errori commessi. Ma non basta: in moltissimi casi le proposte di conciliazione vengono rifiutate, perché assolutamente non risolutive dei problemi. A chi da Roma si è visto trasferire in Friuli, ad esempio, non basta certo vedersi offire un posto in Veneto. Quindi alla fine saranno molto meno di 2.600 i docenti disponibili a conciliare; ai non soddisfatti non resterà che rivolgersi a un giudice del lavoro per vedere riconosciuti i propri diritti.
Come abbiamo già avuto modo di dire, la toppa con cui si è cercato di rimediare al danno (dopo aver tentato inutilmente di negare che vi fosse stato) si sta dimostrando del tutto inefficace. Gli errori e le conseguenti ingiustizie possono essere sanati solo da un rifacimento delle operazioni. Ricade interamente sull’Amministrazione la responsabilità del trascinarsi fino ad oggi di una situazione che andava affrontata immediatamente, per non finire troppo a ridosso dell’avvio dell’anno scolastico, con tutte le conseguenze che ciò comporta. Ma a chi ha subìto un danno non si può dire di farsene una ragione: ai danni si deve rimediare. Le nostre sedi, al lavoro senza sosta per tutta l’estate e oggi ancora costantemente sotto pressione, sono già pronte a offrire ogni necessario supporto a chi intenderà percorrere la via del contenzioso, una via purtroppo obbligata quando vengono sbarrate quelle del confronto e del negoziato. Nel frattempo stiamo mettendo a punto le azioni necessarie per ottenere quello che riteniamo un atto dovuto, cioè il rifacimento delle operazioni.