Né guerriglia, né Aventino. Secondo monitoraggio sul "bonus"
Al primo monitoraggio sul bonus docenti, realizzato quando le procedure erano in fase di avvio, ne segue ora un secondo, col quale, oltre ad aggiornare lo stato di avanzamento dei lavori, si è cercato di scavare ancor di più su quegli elementi che possono consentire di rilevare quale atteggiamento sia prevalente, rispetto ad una “innovazione” così controversa, nel corpo della categoria. Lo si è fatto assegnando priorità non al versante delle analisi e delle valutazioni politiche, ma a quello della concreta esperienza vissuta sul campo da un corpo professionale che non rinuncia - e questa è una delle indicazioni che ci sembra emergere con più nettezza – ad essere protagonista del suo lavoro, che preferisce misurarsi con la complessità dei compiti che gli si prospettano piuttosto che rimanere in passiva attesa di decisioni assunte da altri. Una categoria che non diserta alcuno spazio, anzi ne rivendica la titolarità, puntando a valorizzare le spinte partecipative più che ricorrere alle vie del contenzioso. Anche questo secondo monitoraggio contribuisce a offrire “uno spaccato significativo di quanto sta avvenendo nelle nostre scuole, ma soprattutto utili spunti di riflessione per chi voglia evitare che il delicato e controverso tema della valorizzazione professionale si riduca a fattore di divisione della comunità scolastica”. Conferma, ancora una volta, che in tema di valorizzazione del merito non vi sono atteggiamenti di rifiuto pregiudiziale: dissensi e perplessità nascono da modalità discutibili (e mai discusse), estranee e lontane dalle migliori esperienze del mondo della scuola, al quale si vorrebbero imporre in modo unilaterale. La sede più giusta e opportuna di confronto e di decisione su questi temi resta quella contrattuale: incredibile che questo Governo non se ne renda conto e si rifiuti di accettarlo, preferendo solleticare qualche vanità verticistica piuttosto che valorizzare le vie e gli strumenti del dialogo e della condivisione, vie che sarebbero – e i dati del monitoraggio lo dimostrano – sicuramente più efficaci e produttive.
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