Valutazione e RAV, serve più chiarezza sulle finalità
Si è rivelato del tutto interlocutorio l’incontro che si è svolto ieri, mercoledì 11 febbraio, al Miur per un’informativa sugli orientamenti, in corso di predisposizione, che dovranno supportare l’elaborazione del RAV. Il documento su cui l’Amministrazione sta lavorando delinea il processo di autovalutazione delle scuole con l’indicazione delle competenze, degli strumenti e della tempistica.
La Cisl Scuola ha sempre considerato la valutazione di sistema come fattore strategico di cui dotarsi per consentire alle scuole, sulla base di un’accresciuta consapevolezza dei propri punti di forza e di criticità, di innescare percorsi di miglioramento e di crescita. In tale contesto, l’Autovalutazione costituisce l’indispensabile punto di partenza in cui realizzare anche un alto livello di partecipazione e condivisione dell’intera comunità scolastica. Una logica ben diversa e lontana da inutili forzature meritocratiche, prive di reale utilità e rivelatesi fino ad oggi del tutto controproducenti, avendo fornito unicamente l’alibi per atteggiamenti altrettanto pretestuosi di rifiuto pregiudiziale di ogni pratica valutativa.
Per questo crediamo che sgombrare il campo da ogni sospetto di un’impropria finalità “premial-punitiva” della valutazione debba costituire la prima preoccupazione di chi è seriamente interessato a colmare lacune già denunciate dal Quaderno Bianco del governo Prodi nel 2007.
Ciò premesso, e venendo al merito della comunicazione ricevuta, nell’incontro di mercoledì abbiamo espresso forti perplessità su alcuni punti che si rivelano di non poca criticità. In primo luogo non sono sufficientemente chiarite le competenze del dirigente scolastico e dell’unità di autovalutazione rispetto a quelle degli organi collegiali, in particolare del Collegio dei docenti. Scarsa chiarezza vi è anche su come saranno utilizzati i dati del “questionario scuola” appena diffuso, e quanto potrà incidere sulla determinazione dell’indice socio-economico e culturale.
Addirittura inquietante è l’incertezza rispetto agli elementi del Rapporto di Autovalutazione (RAV) che saranno resi pubblici entro luglio 2015. Difficile inoltre comprendere quale relazione vi sia tra il lavoro previsto per l’elaborazione del RAV (comprensivo delle fasi di riflessione e interpretazione che il ministero auspica) e gli obblighi contrattuali e la gestione del FIS, le cui risorse (già poche) in questa fase dell’anno dovrebbero essere state ormai contrattate.
Non è stato poi fornito alcun chiarimento circa le azioni per l’avvio del processo di miglioramento, processo che può implicare modifiche curricolari, organizzative, didattico-gestionali, con evidenti ricadute sull’organizzazione del lavoro, non avendo alcuna certezza delle risorse economiche e professionali disponibili. In generale l’impianto delle linee di orientamento appare macchinoso e ridondante.
Come detto in apertura, il carattere dell’incontro si può considerare del tutto interlocutorio; una valutazione più approfondita e puntuale sarà possibile solo in presenza di un testo compiuto, anche alla luce delle osservazioni scaturite nell’incontro e di quanto l’Amministrazione mostrerà di volerne tenere conto. Restano le riserve sull’impostazione generale cui si accennava in apertura: avere chiarezza sulle finalità del processo valutativo è una pregiudiziale che non può ritenersi solo di metodo.