25 aprile. Un articolo di Franco Marini in occasione del 62° anniversario della Liberazione

23.04.2007 19:41
Categoria: Comunicati Stampa

In occasione della ricorrenza del 25 aprile, anniversario della Liberazione,
anticipiamo il testo dell'articolo che
il Presidente del Senato, Franco Marini,
ha espressamente redatto per il periodico
della CISL Scuola, "Scuola e Formazione"
(di prossima pubblicazione).

La celebrazione degli anniversari, anche di quelli più significativi come la Liberazione, è sempre esposta all'insidia della retorica e della liturgia.

Ricordare un fatto o un momento di storia da cui derivano conseguenze ancora valide, è invece l'atto più alto e serio che una comunità consapevole della propria fondazione può compiere.

Riguarda tutti i cittadini, riguarda la scuola e gli educatori, riguarda le famiglie, riguarda ciascun di noi con il suo personale carico di aspettative e di nostalgie, di rimpianti e di promesse.

La liberazione d'Italia, la fine della guerra, la nascita della Repubblica e soprattutto l'approvazione unitaria della Costituzione repubblicana, sono le nostre fondamenta etiche, il nostro viatico per il cammino non sempre agevole che abbiamo davanti.

Dunque, non una celebrazione di ciò che è stato, ma una riflessione permanente su ciò che, da quell'essere stato, scaturisce e sulle potenzialità inesplorate che esso reca con sé.

Con queste premesse il 25 aprile bisogna anzitutto ricordare, e aiutare a ricordare.

Ricordare i lutti, la desolazione, lo scontro, le valli del disastro e dell'indifferenza morale che abbiamo attraversato e di cui restano tracce nelle commoventi testimonianze di una generazione che si sacrificò, insieme agli Alleati, non solo per riportare la democrazia, ma per fondarne le condizioni di una più avanzata e aperta per lo sviluppo sociale e civile del Paese nostro.

Un Paese insanguinato dalla guerra, dalla ripulsa per le diversità razziali, dallo scontro fraterno di cui oggi, con la ricerca più rigorosa e obiettiva, abbiamo una percezione più netta.

Insieme al necessario ricordo è giusto domandarsi che cosa ci propone la ricorrenza del 25 aprile?

Cosa propone ai più giovani e a tutte le generazioni che non hanno avuto l'esperienza vissuta di quel tempo?

La liberazione dagli oppressori, la lotta antifascista e la riconquista della libertà sono al primo punto.

Ma una lettura più intensa e consapevole è necessaria per non restare impigliati nella retorica parziale.

Liberazione e libertà significano, infatti, di più di ciò che avvenne in quel momento.

Liberazione e libertà sono un cammino che, allora, è solo iniziato.

Un percorso di liberazione progressiva dai pregiudizi e dalle ristrettezze sociali e culturali che avevano accompagnato il Paese nel primo novecento e lo avevano fatto cadere nelle braccia del fascismo.

Una liberazione dai bisogni primari, una emancipazione sociale aperta a tutti, senza limiti di classe, di genere e di razza.

Il patto costituzionale unitario nacque proprio su questa idea forte e aperta di libertà, di diritti per tutti e di garanzia della Repubblica, non solo come forma di queste libertà, ma anche come soggetto responsabile della effettiva liberazione di tutti i cittadini.

La liberazione di tutti è, dunque, la premessa della riconciliazione, la sua condizione elementare.

Riconciliazione non solo tra vincitori e vinti, ma anche tra classi e gruppi sociali diversi, tra generazioni, tra generi, tra culture, razze e religioni diverse.

Una riconciliazione profonda nella vita culturale, civile e politica, dopo lunghi decenni di "guerra fredda", di steccati e di muri ideologici.

Una riconciliazione come consapevolezza di ciascuno del riconoscimento chiaro e intangibile dei diritti, della libertà e della responsabilità di tutti nella vita repubblicana.

Una riconciliazione che, oggi, è anche la condizione forte per la crescita della nostra democrazia, con un bipolarismo non ideologico o prevaricatore, ma capace di conferire più efficacia alla vita democratica e di arricchirla di responsabilità e di forza.

La vita democratica, infatti, non è solo un principio giuridico ma è, di più, l'impegno di ognuno nel viverla, nel rafforzarla, nel custodirla, attraverso le associazioni e i partiti che concorrono ad animarla.

Liberazione, riconciliazione e democrazia matura sono, dunque, questi i valori nei quali riconoscerci e i punti di impegno da rinnovare in una ricorrenza che dobbiamo vivere con senso profondo del grande cammino percorso e di quello, ancora più grande, da compiere in un mondo sempre più aperto, dove anche altri popoli lottano per conquistare la loro liberazione, la loro riconciliazione e la loro democrazia.

Franco Marini, Presidente del Senato

 

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