Scrima, sciopero per il contratto e la tutela del lavoro

26.11.2014 17:10
Categoria: Libertà sindacali

 

Perché la Cisl sciopera il 1° dicembre: una scelta di continuità e coerenza con la mobilitazione del lavoro pubblico

Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola spiega - in una lettera indirizzata a delegati ed iscritti - le ragioni dello sciopero della Scuola e di tutto il Pubblico Impiego indetto dalla Cisl per il prossimo 1° dicembre.

 

Care delegate e delegati, care iscritte e iscritti,

il 1° dicembre le federazioni della scuola e del lavoro pubblico della CISL hanno indetto lo sciopero per l’intera giornata, con le motivazioni e gli obiettivi su cui è stata condotta la mobilitazione sfociata nella grande manifestazione dell’8 novembre a Roma.

Eravamo in tanti, quel giorno, a chiedere un segnale vero e concreto di attenzione, fatto di scelte politiche precise, chiare e credibili nella prospettiva di:

  • riconoscere il giusto valore al lavoro nella scuola e nei pubblici servizi, cui è legato l’esercizio di fondamentali diritti di cittadinanza
  • colmare il divario che separa l’Italia dagli altri Paesi quanto a investimenti in conoscenza
  • considerare istruzione, formazione, università e ricerca come leve di crescita per l’intero sistema paese e farne i driver dello sviluppo
  • dare stabilità e certezze al lavoro, eliminando il ricorso abnorme a quello precario

Per il comparto scuola ribadivamo con forza richieste da tempo al centro della nostra iniziativa:

  • salvaguardare gli scatti di anzianità, che rappresentano l’unico fattore di dinamica salariale per il comparto, contrastando il tentativo di sottrarre alla contrattazione temi fondamentali come le retribuzioni e le carriere del personale
  • apertura di un confronto vero sulle tematiche dell’innovazione del sistema scolastico, anche per chiedere cambiamenti rispetto alle proposte del piano Buona Scuola in gran parte inaccettabili

Indicavamo tutti, quel giorno, come prima risposta che il Governo avrebbe dovuto dare, il rinnovo dei nostri contratti, fermi ormai da sei anni. Contratti necessari per assicurare le giuste tutele normative e salariali ai lavoratori, ma utili anche per rispondere attraverso soluzioni condivise alle esigenze di riqualificazione, innovazione e produttività della spesa pubblica.

Sulla richiesta di rinnovare i contratti si assumeva in quella manifestazione l’impegno a proseguire, se necessario, con altre iniziative di mobilitazione e di lotta unitarie su un obiettivo tipico e costitutivo dell’agire sindacale e che per sua natura consente di realizzare il massimo di condivisione e di compattezza.

In questo senso si stavano muovendo le federazioni del lavoro pubblico, pronte a proclamare un’azione di sciopero su cui stavano convergendo anche organizzazioni non aderenti alle tre confederazioni, ma la decisione assunta dalla CGIL di proclamare, da sola, uno sciopero generale per il 5 dicembre (la stessa ipotizzata per il possibile sciopero del pubblico impiego) modificava radicalmente il quadro.

Di fatto impediva di portare avanti l’iniziativa unitaria, per il sovrapporsi di altre motivazioni e obiettivi che oltre a non essere da tutti condivisi toglievano quella centralità e quella forza che tutti insieme si era deciso di dare al tema del lavoro pubblico e alla rivendicazione di una nuova stagione contrattuale.

La richiesta fatta dalla Cisl Lavoro Pubblico, di mantenere comunque una specifica iniziativa unitaria in continuità e coerenza con la giornata dell’8 novembre, non è stata accolta dalle federazioni aderenti a CGIL e UIL, non disponibili ad altre azioni di sciopero che non fossero quelle indette dalle loro confederazioni.

Ritenendo irrinunciabile la prosecuzione del percorso di mobilitazione del lavoro pubblico, da condurre nel massimo della chiarezza e della coerenza rispetto alla piattaforma unitariamente costruita e sostenuta, la CISL Lavoro Pubblico, preso atto anche degli esiti negativi dell’incontro del 17 novembre a Palazzo Chigi che vedevano confermato il blocco dei contratti per almeno un altro anno, proclamava lo sciopero per il 1° dicembre, unica data praticabile dopo la decisione della CGIL, e in seguito della UIL, di effettuare il loro sciopero il giorno 12 dicembre. Uno sciopero che, come già detto, va ben oltre la piattaforma del lavoro pubblico.

Il sindacato può interpretare il disagio e la sofferenza che attraversano la società e il mondo del lavoro solo mantenendo e rafforzando il suo ruolo specifico di soggetto negoziale, non accettando di essere relegato nell’angolo di una mera funzione di protesta da una politica che si erge a unico ed esclusivo attore di governo e di rappresentanza.

Col nostro sciopero ci opponiamo anche a questa strategia di impoverimento della dialettica sociale rivendicando, insieme a un contratto che valorizzi sul piano professionale e retributiva il personale, il diritto a un pieno esercizio del nostro ruolo di rappresentanza e tutela del lavoro.

Tutto ciò è l’esatto contrario di un atteggiamento di rassegnazione rispetto all’azione del Governo, che col nostro sciopero del 1° dicembre vogliamo richiamare al dovere di prestare la giusta attenzione alle attese del lavoro pubblico, a partire da quella di un rinnovo dei contratti di lavoro.

Sono certo che non mancherà l’impegno di tutti per dare alla nostra azione il massimo della forza e della visibilità.

Roma, 21 novembre 2014

Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola