Legge di stabilità, Governo in retromarcia

25.10.2012 15:25

Il Governo sembra pronto a innestare la retromarcia. La norma sull’innalzamento dell’orario di cattedra dei docenti da 18 ore a 24 ore settimanali, contenuta nel disegno di legge di stabilità (AC 5534-bis), sarà probabilmente soppressa.

In tal senso è stato già presentato un emendamento di PD, PDL e UDC, ma la decisione, secondo quanto trapela, sarà fatta propria dallo stesso Esecutivo nei prossimi giorni.

Resta confermata, nel frattempo, la mobilitazione sindacale, sia perchè dovranno essere verificati i concreti esiti della discussione in Parlamento, sia perchè le norme contenute nel disegno di legge "stabilità" non sono l'unica motivazione di uno sciopero proclamato in origine sul mancato avvio della trattativa per il recupero degli scatti di anzianità.

Prosegue intanto l’esame del ddl, il cui percorso segue i tempi del dibattito parlamentare avendo ad oggi, come unica scadenza vincolante, quella del 31 dicembre, termine entro il quale è opportuno che la legge di stabilità (ex Finanziaria) sia approvata, se si vuol evitare il ricorso all’esercizio provvisorio, con i conseguenti limiti nella gestione delle risorse di bilancio.

Al momento il provvedimento, come è noto, è all’esame della Camera dei Deputati che, in sede di vaglio di ammissibilità, ha già provveduto a stralciarne alcune norme ritenute estranee per materia: è saltata - fra l’altro - la possibilità di rivedere la dichiarazione di inidoneità permanente all’insegnamento, così come l’affidamento all’Inps della valutazione di disabilità dell’alunno; stralciati anche il finanziamento di 3 milioni di euro per l’ANVUR e la possibilità - per l’amministrazione scolastica - di promuovere in collaborazione con gli enti locali attività straordinarie; nulla più, poi, sull’accorpamento delle direzioni scolastiche regionali e la formazione delle classi delle scuole paritarie. Via, infine, la norma sui nuovi requisiti per sostenere gli esami di idoneità presso le scuole non statali.

Alla fine, sopravvivono i commi dell’art. 3 che riguardano gli assistenti amministrativi incaricati di svolgere mansioni superiori, i compensi per le commissioni d’esame dei prossimi concorsi e l’innalzamento dell’impegno orario e delle ferie del personale docente, norma destinata - come detto in apertura di notizia - a scomparire per effetto dell’emendamento presentato dai gruppi di maggioranza.

L’impatto, anche finanziario, delle disposizioni è desumibile dalle schede di lettura predisposte dalla Camera dei Deputati.