ANP e CGIL a braccetto contro il MIUR sull’assegnazione del personale ai plessi

04.09.2011 17:30

Più puntuale di un treno veloce giapponese è arrivata la reazione dell’ANP alla nota 6900 del MIUR che indica i criteri cui devono attenersi i dirigenti scolastici nell’assegnare il personale alle sedi staccate; prendendo di mira direttamente e pesantemente il Direttore Generale del Personale, l’associazione attacca quella che definisce una reiterata invasione di campo delle prerogative dirigenziali in materia, a suo dire già chiaramente affermate lo scorso anno dalla Funzione Pubblica e ribadite dal niet con cui il ministero di Brunetta ha “stoppato”, a metà luglio, il CCNI sulle utilizzazioni.

Altrettanto rapida è giunta la protesta della Flc CGIL, ugualmente dura nel rivolgere al MIUR analoga accusa, anche se questa volta il campo invaso sarebbe quello contrattuale, non esistendo a suo avviso dubbi circa la competenza a decidere sulle assegnazioni del personale, da ricondurre al negoziato fra le parti.

Da sponde che sembrerebbero opposte si mira dunque al medesimo bersaglio e si lancia lo stesso messaggio, un invito a non tener conto delle indicazioni contenute nella circolare (tamquam non esset, come recita il latinorum sfoggiato per l’occasione dall’Associazione Presidi).

Anche per noi, sia detto a scanso di equivoci, la materia è di natura contrattuale: è questa la tesi che abbiamo più volte sostenuto nelle sedi di giudizio a cui ci siamo spesso rivolti per dirimere il contenzioso messo in atto contro le pretese di autonoma determinazione da parte dei dirigenti.

Peccato che convinzioni diverse, anzi opposte, siano sostenute da soggetti il cui peso non può dirsi certo indifferente: la Funzione Pubblica e qualche tribunale del lavoro, tanto per dire. Diversamente non avremmo avuto le vicissitudini del CCNI sulle utilizzazioni e della sua non firma: è in questa situazione dunque, in attesa che si esplorino altre vie per trovare, se possibile, soluzioni condivise contrattualmente, che ci è sembrato del tutto ragionevole  e accettabile un atto del MIUR la cui contestazione, condotta in termini astrattamente ideologici, conduce un sindacato a trovarsi inopinatamente a braccetto della cosiddetta “parte datoriale”.

Per quanto ci riguarda, siamo impegnati a cercare e trovare, al "tavolo sulle regole" attivato all’ARAN su iniziativa di quasi tutti i sindacati, intese che risolvano in senso positivo, sul piano negoziale, una questione la cui definizione giuridica appare oggi incerta e controversa, al di là delle nostre convinzioni in merito. La nota del MIUR, che peraltro richiama nei suoi contenuti quanto prodotto in questi anni nella quasi totalità dei contratti di istituto, ad uno scopo almeno è utile: far sì che le operazioni, per noi assimilabili alla mobilità territoriale, siano sottratte alla gestione unilaterale e indiscriminata del dirigente scolastico, come vorrebbe l’ANP rivendicando l’esercizio dei poteri “datoriali” nel governo delle risorse umane.

In questo contesto, segnato da un contenzioso che si trascina da tempo, la circolare ci sembra un passo avanti, e non indietro, nella direzione di una maggior tutela del personale.

La posizione dell’ANP, anch’essa viziata di un ideologismo che porta a considerare ogni regola esterna come un attentato all’esercizio delle prerogative dirigenziali, è chiaramente mirata a sfruttare il vantaggio derivante dal contesto sopra descritto e che ritiene a lei favorevole.

Un po’ più difficile capire, viceversa, quella della Flc, che ci pare velleitaria ma anche contraddittoria, dato che tenta un’ardita captatio benevolentiae verso gli stessi dirigenti, lamentando l’avvenuta espropriazione dei loro poteri, mentre prefigura scenari che la vedrebbero fatalmente costretta ad affrontarli – con esiti tutt’altro che scontati – nelle aule dei tribunali. Velleitaria, contraddittoria e a forte rischio di essere controproducente.

Ecco perché la Flc è rimasta, ancora una volta, a presidiare da sola le sue opinioni; noi siamo convinti di aver fatto bene a privilegiare anche in questa occasione, insieme a tutte le altre organizzazioni, la concreta tutela degli interessi dei lavoratori.