Riapertura negoziato su mobilità, tra nuovi vincoli e in attesa del nuovo CCNL

20.10.2022 08:56

Si è svolto in data 19 ottobre l'incontro tra Ministero e organizzazioni sindacali per la riapertura del tavolo negoziale sul CCNI sulla mobilità, convocato dalla Direzione Generale del Personale del Ministero per dar seguito a quanto previsto dall'ordinanza 69476 del Tribunale di Roma che, per effetto del ricorso esaminato, ha individuato un comportamento antisindacale da parte del Ministero stesso in occasione del CCNI sottoscritto il 27 gennaio 2022, imponendo di riaprire il negoziato.
Nonostante l'opposizione alla sentenza presentata dal Ministro, che a suo tempo non si era costituito in giudizio, e in attesa che sia fissata la relativa udienza, l'Amministrazione ha comunque ritenuto di dover dare esecuzione alla sentenza stessa nel rispetto dei tempi previsti.
In avvio dell’incontro, l'Amministrazione ha presentato un nuovo testo contrattuale (la cui vigenza dovrebbe riguardare il biennio 2023/2025), nel quale vengono recepite tutte le modifiche legislative intervenute successivamente alla firma del contratto del 27 gennaio scorso. Si tratta anzitutto di quelle (conversione in legge del D.L.21/2022) con le quali sono stati annullati i vincoli prima previsti per il personale assunto fino all'a.s. 2021/22, di cui il CCNI aveva dovuto tenere conto, ma già superati per le ultime operazioni di utilizzazione e assegnazione provvisoria; inoltre, di quelle introdotte per effetto del D.L.36/2022 convertito dalla Legge 79/2022, che impongono nuovi vincoli per gli assunti dal 2022/23, facendo venir meno per loro la possibilità di fare domanda nel primo anno di assunzione, come prevedeva il CCNI ora nuovamente in discussione.
Il tavolo riconvocato si trova di fronte a una situazione complessa, che peraltro sarebbe stata senz’altro oggetto di confronto al tavolo di trattativa per il rinnovo del CCNL, con conseguente e inevitabile adeguamento del contratto integrativo oggi rimesso in discussione, ma che lo sarebbe stato comunque per effetto del nuovo CCNL e delle norme di legge intervenute ex novo.
In ogni caso la Cisl Scuola, nel corso dell’incontro, ha affermato, in premessa, la piena validità delle operazioni di mobilità per l'a.s.2022/23, che hanno consentito – e questo è ciò che conta - a oltre 15.000 docenti "vincolati" di ottenere il trasferimento.
Ha inoltre evidenziato come, indipendentemente dalla sentenza, il CCNI del 27 gennaio avrebbe dovuto comunque essere aggiornato alla luce delle nuove disposizioni di legge - già prima ricordate - che hanno nel frattempo eliminato i vincoli previsti in precedenza per tutti gli assunti fino al 2021/22.
La Cisl Scuola ha infine sottolineato come la sottoscrizione del nuovo CCNL, per il quale è in corso la trattativa all'ARAN, comporterà comunque, come logica conseguenza, la necessità di definire un nuovo CCNI per disciplinare le operazioni di mobilità a partire dal 2023/2024 con le regole che saranno previste dal CCNL stesso, sciogliendo anche i nodi che al tavolo di trattativa con l’ARAN saranno in discussione per quanto riguarda il complesso rapporto tra legge e contratto in materia di mobilità del personale.
Nel merito dei vincoli introdotti dal D.L.36/2022, che prevedono il nuovo obbligo di permanenza per un triennio non più sulla sede di titolarità, bensì sulla scuola in cui si è svolto il periodo di prova, la Cisl Scuola ha dichiarato di non condividere la linea interpretativa del Ministero che intende darne applicazione anche agli assunti dal 2022/23. L'Amministrazione ha manifestato l'esigenza di proseguire nella trattativa calendarizzando incontri settimanali.
Per la CISL Scuola, che in tale sede svolgerà comunque il proprio ruolo con la consueta attenzione, è comunque fondamentale porre il massimo impegno in sede di trattativa all'ARAN per il nuovo CCNL; continuerà nel frattempo l’azione da condurre con tutti gli interlocutori politici per ottenere, anche in sede legislativa, interventi finalizzati a rimuovere disposizioni e vincoli in materia di mobilità, rivendicando la competenza del contratto sulle materie che incidono sull’organizzazione del lavoro del personale.