«Ripartire dal Lavoro», venerdì 18 settembre giornata nazionale di mobilitazione indetta da CGIL, CISL e UIL

17.09.2020 10:19
Categoria: Iniziative e manifestazioni, Politiche confederali

«Ripartire dal Lavoro» è il tema della Giornata di Mobilitazione Nazionale Unitaria indetta da CGIL, CISL e UIL per venerdì 18 settembre. Obiettivi e modalità di svolgimento sono stati illustrati in una conferenza stampa dei segretari generali Furlan, Landini e Bombardieri, che chiedono al governo di aprire un tavolo di discussione sull’impiego delle ingenti risorse rese disponibili a livello comunitario.
Siamo pronti al confronto per definire come cambiare in meglio questo paese guardando al futuro - ha detto la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan - Siamo delusi perché finora non è arrivata una convocazione da parte della presidenza del Consiglio".
"Non si deve sprecare nemmeno un euro delle risorse arrivate dall’Europa – ha proseguito - tutti i 209 miliardi devono essere ben spesi, perché il paese torni a crescere e con esso anche il lavoro. Quei miliardi non devono diventare debito aggiuntivo fine a se stesso, perché non dobbiamo lasciare in eredità ai nostri giovani solo il debito pubblico ma un paese produttivo".
"La pandemia - ha aggiunto Furlan - ha insegnato tante cose. Non disperdiamo in breve tempo la memoria di quello che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo, anche se arrivano drammaticamente segnali che abbiamo la memoria corta. Quando assistiamo a questo assurdo dibattito sul Mes vuol dire che abbiamo dimenticato le terapie intensive senza più posti liberi e i medici in pensione richiamati in ospedale per assistere i malati. Stiamo rimuovendo elementi assolutamente importanti per guardare il futuro. Anche sul lavoro stiamo rimuovendo alcuni aspetti: abbiamo scoperto durante la pandemia la centralità di molti lavori che ritenevamo secondari. Penso al lavoro delle commesse e dei commessi dei supermercati, ma anche alla scuola che a distanza ha permesso di continuare a tenere un collegamento forte dei nostri bambini e dei nostri ragazzi”.
Attraverso le manifestazioni di venerdì, - ha detto la segretaria generale della CISL - che abbiamo scelto di non fare a livello nazionale ma nelle piazze di tutti i capoluoghi di regione, ci prepariamo ad affrontare questa sfida del cambiamento guardando al futuro perché i miliardi a disposizione non diventino solo debito aggiuntivo ma strumenti perché un domani, attraverso la crescita e il lavoro, i nostri giovani abbiano in eredità un Pese produttivo, che mette al centro il lavoro e la dignità della persona. A proposito di nuove generazioni, il primo banco di prova era quello della scuola e i fatti stanno dimostrando come i tanti nodi, che non sono di adesso ma attanagliano da tanti anni la scuola italiana, sono diventati ancora più complicati. Con la pandemia e nessun nodo è stato sciolto: cattedre drammaticamente vuote, precari, banchi in ritardo. Per questo abbiamo tentato già da aprile di avere un confronto serio con la Ministra e con il Governo, per capire ciò che era importante fare affinché le scuole di tutto il paese potessero riaprire in sicurezza e presto. La scuola italiana è importante e fondamentale per la crescita del paese e deve garantite la sicurezza: è indispensabile che vi siano investimenti significativi per la scuola, per la formazione, per l’innovazione e per la ricerca. Il sindacato è pronto al confronto costruttivo per quanto riguarda scuola e utilizzo del risorse europee, per definire come questo paese deve cambiare, cambiare in meglio”.
Grande risalto, fra i temi della mobilitazione, assume la questione del fisco, “strumento formidabile – ha detto la Furlan - per ridare equità nel nostro paese, dove il 90% delle tasse è uno zaino pesante che grava sulle spalle dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. E’ ora di rivedere il fisco, come è ora di rivedere gli ammortizzatori sociali troppo frammentati. Servono politiche attive del lavoro, di cui abbiamo perso il senso, che accompagnino chi perde il lavoro verso nuove occupazioni”.
Sarà un venerdì pieno di proposte e di attese, ma anche l’inizio di una fase in cui faremo ricorso se necessario a mobilitazioni davvero importanti affinché questi obiettivi vengano raggiunti”, ha concluso.