Perché i troppi no del Ministero possono vanificare mesi di proficuo confronto

01.02.2020 17:35
Categoria: Concorsi, Contratti e contrattazione, Reclutamento e Precariato

Il confronto che si è svolto formalmente nei giorni 29 e 30 gennaio, incentrato in modo specifico sulle procedure concorsuali di cui l’Amministrazione sta predisponendo regolamenti e bandi, ha visto riproporre in premessa anche altre questioni di carattere più generale cui fanno riferimento ripetute intese e, da ultimo, i verbali di conciliazione del 19 e 20 dicembre 2019. Tra queste, di particolare rilevanza e urgenza quelle relative al rinnovo del contratto e alla definizione di un nuovo sistema strutturale e a regime di reclutamento e abilitazione.
L’irrigidimento di cui il Ministero ha dato prova nel confronto sulle procedure concorsuali, rigettando buona parte delle richieste sindacali che pure si mantenevano su una linea di stretta coerenza con obiettivi e criteri sui quali si era fin qui riscontrata una sostanziale condivisione fra le parti, è di pessimo auspicio anche rispetto ad altri impegni per i quali già oggi registriamo il mancato rispetto di scadenze puntualmente indicate.
Avrebbero infatti dovuto avviarsi, entro il mese di gennaio, sia il tavolo politico di confronto per il rinnovo del CCNL, in cui definire anche il quadro delle risorse economiche a tal fine necessarie, sia quello sul sistema delle abilitazioni, da concludersi entro il mese di febbraio.
Anche questi obiettivi, insieme a quello di una stabilizzazione significativa del lavoro precario fondata sulla valorizzazione dell’esperienza di lavoro, rischiano oggi fortemente di essere disattesi, vanificando gli esiti del lavoro condotto nei mesi scorsi ai tavoli di confronto sindacale, confronto portato ai massimi livelli di Governo con l’intesa del 24 aprile 2019.
È di tutta evidenza che si tratta di questioni sulle quali si impone la massima urgenza: sul contratto, saranno infatti decisive le scelte che il Governo assumerà nel prossimo documento di economia e finanza, mentre un quadro certo e stabile di riferimento sul sistema delle abilitazioni è condizione indispensabile per affrontare e risolvere in tempi brevi l’emergenza data dall’abnorme ricorso al precariato e da un’offerta di lavoro che in molte aree territoriali non trova riscontro per mancanza di aspiranti, determinando il ricorso a procedure anomale e per molti aspetti discutibili come quelle del ricorso alle MAD.
Tra gli impegni contenuti del verbale di conciliazione del 19 dicembre vi è anche quello di un approfondito confronto sul rapporto fra legge e contrattazione, “in un’ottica di prevalenza dello strumento contrattuale per la regolazione degli ambiti relativi al rapporto di lavoro”. A questo profilo va ricondotto anche il riferimento contenuto nello stesso verbale a un necessario “aggiornamento del contratto collettivo nazionale integrativo sulla mobilità alla luce delle novità sopraggiunte”.
Le modalità con cui si è chiuso il confronto sulle procedure concorsuali sembrano andare nella direzione opposta a quella di una proficua valorizzazione delle relazioni sindacali, assumendo dunque una rilevanza politica ben più ampia del tema specifico affrontato, riguardo al quale peraltro non sono poche né infondate le preoccupazioni.
Da mesi, e con tre diversi ministri, è stato condotto un confronto molto impegnativo con l’obiettivo di assicurare una stabilità del lavoro che avrebbe positivi riflessi anche sulla stabilità del servizio scolastico e quindi anche sulla sua qualità. Ora emerge invece da parte ministeriale un atteggiamento di diverso segno, con un arroccamento su posizioni di malintesa selettività, il cui intento appare diametralmente opposto a quello di una valorizzazione dell’esperienza di lavoro maturata.
Per questo, ma non solo per questo, è davvero stupefacente che la ministra Azzolina si stupisca della reazione da parte dei sindacati.

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Sugli esiti del confronto chiusosi il 30 gennaio, di cui restano agli atti le richieste dei sindacati e le risposte dell’Amministrazione (che peraltro a causa del riassestamento degli uffici ancora in corso risultano non firmate) proponiamo una scheda di lettura nella quale, accanto a una sintetica esposizione delle richieste di parte sindacale, si riportano le posizioni assunte dal Ministero, integrate da brevi note di commento.
È opportuno sottolineare che il confronto si pone a conclusione di un percorso avviato con l’intesa di Palazzo Chigi del 24 aprile 2019, sottoscritto dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in cui si assume fra l’altro l’impegno di riconoscere
“la professionalità acquisita, grazie alla quale è stato possibile assicurare la funzionalità del sistema dell’istruzione e della ricerca anche nel lungo periodo di blocco del turn-over”.
Nella scheda allegata, le richieste di parte sindacale sono state raggruppate con riferimento al loro oggetto.