Uno sciopero per i diritti dei lavoratori della “buona scuola” - Articolo di Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola

25.10.2007 16:38
Categoria: Comunicati Stampa, Libertà sindacali

Lo sciopero di sabato prossimo, con la contestuale Manifestazione Nazionale a Roma, viene analizzato "politicamente" da Francesco Scrima. Nelle conclusioni dell'intervento - che apparirà sul numero di domani di "Conquiste del Lavoro" - la considerazione che questa mobilitazione costituisce per la CISL Scuola ""la ripresa della mobilitazione per una "Vertenza scuola" che tenda a far comprendere - al Governo, al Parlamento, alla politica tutta ed all'intero paese - che la centralità della scuola costituisce una vera emergenza politica, sociale e culturale"".

* * *

Uno sciopero per i diritti dei lavoratori della “buona scuola”

di Francesco Scrima 

Ancora una volta i lavoratori della scuola scioperano per l'intera giornata (27 ottobre) e scendono in piazza con una manifestazione a Roma.

Il popolo dei lavoratori della scuola torna in piazza per reclamare certezze temporali ed adeguate risorse finanziarie per il rinnovo del secondo biennio economico contrattuale (2008-2009) e per continuare a chiedere, come ripetutamente fatto da troppo tempo, coerenti politiche per la realizzazione della "buona scuola" di cui ha urgente bisogno il Paese.

Denunciamo l'incoerenza di un Governo che non riesce ad andare oltre prediche di buone intenzioni, ostaggio di una logica economicistica da "risparmio assoluto", e che, in una linea di continuità con i passati Governi, ritiene, purtroppo ancora, la scuola come settore di risparmio e di tagli e non luogo privilegiato ove effettuare investimenti.

Evidenziamo la scarsa coerenza tra impegni assunti per il rilancio della scuola pubblica statale con la sottoscrizione dell'"Intesa sulla conoscenza" e le "cattive pratiche" governative già contenute nella stessa legge finanziaria.

Ci sentiamo offesi dalle troppe disinvolture che vediamo in giro: troppe altisonanti prediche sul ruolo della scuola e sull'essenzialità dei suoi lavoratori per la formazione delle nuove generazioni e per lo stesso sviluppo del paese a fronte di deludenti ed incoerenti comportamenti governativi e parlamentari.

Troppi reclamano una scuola rinnovata, seria, in grado di realizzare la "società della conoscenza" (vedi Lisbona) e quasi nessuno in questo paese realizza comportamenti virtuosi in termini di maggiore attenzione alla scuola (alla quale si chiede troppo e si dà poco) e di maggiori risorse umane e finanziarie.

La mancata previsione, nella legge finanziaria 2008, delle dovute risorse per il rinnovo contrattuale economico 2008-2009 delude e mortifica i lavoratori e configura, nei fatti, una unilaterale "moratoria" contrattuale che, certamente, non fa onore ad un Governo che dovrebbe, per la sua naturale autorevolezza istituzionale, essere esempio di rispetto di regole normative e contrattuali.

E la stessa chiusura dell'ultima tornata contrattuale quasi alla scadenza del biennio economico di riferimento (31 dicembre 2007) dimostra l'incapacità governativa di affrontare e risolvere per tempo problemi che, in un paese civile, sarebbero solo naturali momenti di "normalità contrattuale".

Da troppo tempo reclamiamo una "buona scuola", capace di valorizzare il personale che vi opera con incompreso sacrificio e non riconosciuto senso del dovere, e che sia messa nelle migliori condizioni per formare compiutamente le nuove generazioni, istruendole ed educandole, per affrontare le sfide della competitività e per garantire lo stesso sviluppo dell'intero paese.

Di contro assistiamo, e ormai da troppo tempo, ad una politica "ossessiva" di tagli agli organici del personale docente ed ATA, che penalizza intere realtà territoriali con i suoi veri e reali bisogni, non garantendo la qualità dell'offerta formativa, la stessa regolarità dei servizi ed offendendo, in maniera crescente, il bisogno dei più deboli (a cominciare dai ragazzi disabili) ad interventi educativi adeguati e coerenti.

Questo sciopero e questa manifestazione costituiscono per noi la ripresa della mobilitazione per una "Vertenza scuola" che tenda a far comprendere - al Governo, al Parlamento, alla politica tutta ed all'intero paese - che la centralità della scuola costituisce una vera emergenza politica, sociale e culturale.

Se questa convinzione non si estenderà e consoliderà, è lo stesso futuro del Paese che viene messo a rischio; questo Sindacato non può consentire ciò, nell'interesse dei lavoratori della scuola, degli alunni/studenti, delle loro famiglie, dell'intero paese.

Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola