“Quaderno Bianco sulla Scuola”: i numeri ci sono, la vita della scuola manca

21.09.2007 17:11
Categoria: Comunicati Stampa

Presentato ufficialmente oggi dal Presidente del Consiglio, Romano Prodi, e dai Ministri della Pubblica Istruzione e dell'Economia, il "Quaderno" - come testualmente recita un passo della lettera con la quale Giuseppe Fioroni e Tommaso Padoa Schioppa accompagnano il volume - "prefigura scenari e individua alcune ipotesi di lavoro da sottoporre all'attenzione dell'intero mondo della scuola". Di seguito, a caldo, alcune prime riflessioni di Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola, sull'iniziativa governativa.

"Quaderno Bianco": ci sono i numeri del nostro sistema di Istruzione, ma è assente una seria considerazione sulle persone che lo tengono in piedi e sulle condizioni di disagio e difficoltà nelle quali questo personale deve operare. Con tanto parlare di "persona" e di "persone", concetto evocato a ogni piè sospinto nelle dichiarazioni e nelle indicazioni ufficiali che provengono dal Ministero, quando si arriva a fare la fotografia della nostra scuola le persone mancano e diventano soltanto cifre. Quella presentata è una radiografia della macchina scolastica, ma nulla si dice del suo "cuore pulsante": gli insegnanti. Eppure è proprio la "questione docente" quella da cui si dovrebbe partire per ragionare di scuola e individuare strategie per migliorare la qualità delle prestazioni e dei risultati che si attendono. Gli insegnanti non sono soltanto numeri, sono vite, sentimenti, relazioni. Ma è qui che noi leggiamo disorientamento, stanchezza, crisi di ruolo. C'è disorientamento perché incerte e precarie sono le scelte politiche sulla scuola e contraddittorie, enfatiche, deresponsabilizzate le consegne e le attese sociali di cui la si carica. C'è stanchezza perché il mestiere è sempre più difficile, gravosi e dilatati i compiti, carenti le collaborazioni e i sostegni esterni. Quello di chi lavora nella scuola è un ruolo avvilito da scarso apprezzamento sociale e da debole considerazione politica. In questo contesto non c'è da meravigliarsi se poi, all'interno, si trova delusione e disamore; disamore non verso il proprio mestiere, ma verso le caratteristiche e le condizioni del suo esercizio.

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Il "Quaderno Bianco" offre dati e categorie interpretative, ma manca l'analisi dei processi, dei flussi e delle interconnessioni dei processi; di quei fenomeni sotterranei ma potenti che generano intensità emotiva, energia, vitalità. Manca un ragionamento sulla società e sul rapporto scuola-società. Ma senza indicare la necessità e le strade per un nuovo patto sociale sull'educazione, non c'è reale possibilità di migliorare davvero il sistema, di fare la Buona Scuola.

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Sicuramente non era questo l'ambito che il "Quaderno" si proponeva di esplorare e certamente un quaderno, anche se voluminoso come questo, non può dire tutto del complesso e multiforme universo dell'educazione e della scuola; sono questi aspetti assenti, però, quelli che a noi sembrano decisivi per affrontare con qualche speranza le sfide di futuro che anche qui, come in altri documenti, sono indicate. E allora ci aspettiamo che anche queste riflessioni siano sviluppate e, soprattutto, trovino poi modo di arrivare a conseguenze e a scelte operative.

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E' da considerare positivamente l'enfasi che anche il "Quaderno Bianco" attribuisce alla "Intesa per un'azione pubblica a sostegno della conoscenza" (il Memorandum sottoscritto lo scorso 27 giugno) la cui attuazione, soprattutto per quanto attiene alla valorizzazione del personale, esige però una serie di provvedimenti organici e coerenti, a partire dai rinnovi contrattuali e dalla previsione e messa a disposizione delle risorse necessarie.

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Apprezziamo che il "Quaderno" auspichi "un ampio e intenso dibattito con l'intero mondo della scuola, l'esame nella sede tecnica prevista dalla suddetta Intesa e un confronto con il mondo della cultura e della comunicazione e con le rappresentanze degli interessi economici e sociali del territorio". Avvertiamo solo che il tempo per affrontare queste questioni è stretto e rischia di scadere. Serve che si attivino quelle sedi legislative, concertative e contrattuali che esigono - da parte di tutti gli interlocutori istituzionali e rappresentativi, in ragione delle rispettive responsabilità - comportamenti coerenti e consequenziali. Noi ci siamo.

Roma, 21 settembre 2007

Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola