La politica tra rigore ed equità - Articolo di Francesco Scrima, Segretario Generale Cisl Scuola

04.09.2006 18:40
Categoria: Comunicati Stampa

Il rigore della coerenza. Quella che deve legare nel tempo i programmi (gli stessi presentati in campagna elettorale e sui quali si è chiesto il consenso del voto) e le azioni di governo (dopo che si sono vinte le elezioni).

Questo è quello che  - alla vigilia della definizione della prima finanziaria di legislatura - chiediamo al Signor Presidente del Consiglio ed a tutti i componenti del Governo.

Rigore, quindi, eletto a categoria comportamentale, posto a fulcro di quella forte iniziativa di equità che è sempre più riconosciuta indispensabile alle sorti del Paese, e non ridotto a mera prerogativa contabile.

Crediamo che faccia la differenza, che misuri la qualità ed il respiro della Politica, che serva a superare i ritardi di un (mal)costume tanto incline alla propaganda quanto poi dimentico degli impegni assunti con gli elettori.

Noi, e lo andiamo ripetendo in tutte le circostanze, troviamo pienamente condivisibili gli obiettivi strategici di "sviluppo, risanamento, equità"  ma - e lo abbiamo precisato ampiamente - non è affatto indifferente il modo con cui si perseguono.

L'equilibrio dei conti, sistematicamente ricercato attraverso la logica dei tagli, oltre che in aperta contraddizione con le opzioni e le strategie indicate nel programma è ingiusto ed inaccettabile sotto il profilo sociale.

Da troppi anni ormai questa linea comporta inequivocabilmente la riduzione quanti-qualitativa dei servizi offerti alla collettività, fa vedere che nel mirino finisce sempre lo stato sociale, proprio quello che tutela i più poveri e i più deboli.

I tagli che insistentemente si annunciano sulla scuola si iscrivono a pieno titolo in questa visione economicista. Colpire in particolare l'area del sostegno scolastico, riducendo gli organici del personale specializzato ed aumentando anche il numero degli alunni per classe, rende molto bene l'idea di quale reale attenzione goda il sistema di formazione ed istruzione.

La retorica ufficiale lo celebra costantemente  per la sua centralità sociale, per il ruolo strategico che esprime nella costruzione del futuro del Paese e dei singoli, ma questo vale fintanto che i riflettori sono accesi (es. la prossima, e già annunciata, cerimonia di apertura del nuovo anno scolastico), a luci spente si ritiene "naturale" che  la musica diventi di ben altro tipo.

Così, insistendo su questa strada che vede peraltro la scuola in compagnia delle altre grandi aree di servizi sociali, si vanno comprimendo progressivamente gli spazi di solidarietà, aumentano gli squilibri e le differenze e - con essi - i pur declamati buoni propositi su un intervento deciso per alzare i livelli di giustizia contributiva e distributiva si manifestano semplicemente come surreali stati d'animo.

Sia chiaro che noi - sia come categoria sia come confederazione, non ci siamo mai sottratti - per nessun motivo e circostanza, al confronto serio e costruttivo sulla realtà del mondo del lavoro pubblico, sui numeri che lo costituiscono, sui compiti che lo gravano, sui problemi che lo affliggono. Nel settore scolastico come negli altri.

Ora, pertanto, non siamo qui a fare i paladini improvvisati e a tentare la maldestra difesa di presunte nicchie parassitarie. Questi, lo sappiamo bene, sono i ritornelli che ricorrono frequentemente sulle pagine dei giornali, sono i temi ritenuti sempre buoni a far notizia e costituiscono il terreno privilegiato per le discettazioni accademiche di "firme autorevoli". Non ne restiamo colpiti più di tanto; fanno parte della libertà di parola e stanno perfettamente dentro la dialettica democratica che condividiamo e difendiamo.

Ci stupisce, e molto, il colpevole atteggiamento della politica  che - di fronte a quelle che spesso si configurano come vere e proprie incursioni moraleggianti - resta accuratamente in silenzio, legittima in questo modo le opinioni personali dei maitre a penser  e permette ogni sorta di alterazione nella corretta percezione del ruolo e delle funzioni della Amministrazione Pubblica, della dignità e dell'impegno professionale di chi ci lavora.

Forse si pensa che in siffatto clima i "famosi tagli" possono poi apparire motivati e giustificati. Presumibilmente qualche inconfessato calcolo muove in questa direzione, ma è decisamente miope.

La politica è sicuramente scelta.

Quando diventa governo, se vuole essere autenticamente guida, deve saper guardare alto e lontano.

Non ultimo deve saper coniugare rigore ed equità.        

Francesco Scrima - Segretario Generale Cisl Scuola

* * *

L'articolo sarà pubblicato sul numero di domani di "Conquiste del lavoro".