Cultura, lavoro, persona, società. Convegno Cisl sulla secondaria di II grado

24.01.2013 12:16
Categoria: Obbligo Scolastico e Formativo, Riforma Sistema Scolastico, Scuola secondaria

"Non ci chiudiamo in logiche puramente rivendicative: ma l'impegno di chi lavora nella scuola deve essere sostenuto da scelte politiche capaci di ridare a istruzione e formazione l'attenzione che meritano".

Ad affermarlo è Francesco Scrima, in apertura dei lavori del convegno "Cultura, lavoro, persona, società" che si sta svolgendo all'Auditorium di via Rieti a Roma.

Nella sua relazione Scrima ha passato in rassegna i dati che evidenziano l'emergenza occupazione, che vede in Italia la disoccupazione giovanile attestarsi su livelli mai raggiunti (37,5%). la fuga dei giovani laureati verso altri Paesi, i tassi ancora troppo alti di abbandono scolastico (22%). Esiste evidentemente un forte intreccio fra politiche dell'istruzione e politiche economiche.

Proprio rispetto al dato degli abbandoni, Scrima sottolinea l'importanza del ruolo che sta svolgendo la formazione professionale, come dimostrano i dati in cui si evidenziano i risultati nella lotta all'abbandono che diventano più significativi proprio nelle aree in cui il sistema della formazione è più radicato nel territorio.

Ma la relazione non evita il nodo del deficit di competenze segnalato dalle più accreditate ricerche interne e internazionali, che mettono in risalto soprattutto il divario che separa le scuole italiane a seconda delle aree di appartenenza. E' evidente in questo contesto come si ponga una vera e propria "questione sud" anche per quanto riguarda la scuola, questione che esige di essere affrontata con misure urgenti e specifiche.

Scuola e Formazione Professionale condividono, secondo la Cisl Scuola, le medesime finalità (crescita della persona, crescita del capitale umano di cui dispone il Paese): entrambe devono muoversi in un'ottica che sempre più deve tendere a realizzare un sistema formativo che generi competenze, oltre ad assicurare inclusione. Fare buona scuola - dice Scrima - significa porre un'attenzione sempre più alta ai livelli di apprendimento degli alunni.

Serve comunque aumentare il livello di investimento nella scuola. Lo segnalano i dati OCSE, dai quali emerge che l'Italia destina al settore istruzione una percentuale del PIL più bassa che nel resto d'Europa; ma la relazione di Scrima cita anche le affermazioni fatte in tal senso dal governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco: "se sono degli economisti con ruoli istituzionali così importanti a dire che l'istruzione è materia di investimento e non voce di spesa, non possiamo essere tacciati di corporativismo se lo diciamo anche noi".