Sulla sicurezza delle scuole facciamo quadrato, ma basta inerzie, negligenze e ritardi
Il dramma delle scuole distrutte o rese inagibili dal terremoto è solo la punta di un iceberg: la rete scolastica italiana sconta infatti, in termini generali, un grave deficit per quanto riguarda la sicurezza degli edifici. Le nostre scuole sono state, nella maggior parte, costruite ben prima che la cultura delle prevenzione si affermasse e generasse quelle norme cui oggi deve attenersi chi ne progetta e ne costruisce una nuova. Un patrimonio enorme che tuttavia è spesso obsolescente, a danno delle esigenze di una moderna didattica e soprattutto della sicurezza che è doveroso garantire per chi vi trascorre, da studente o da lavoratore del settore, buona parte del suo tempo.
Prima dei tragici eventi sismici delle scorse settimane, anche in zone del paese lontano dal cosiddetto "cratere", come il Piemonte e la Sicilia, si sono verificati episodi che hanno reso evidente come vi siano in materia di sicurezza ancora troppe negligenze, inerzie o ritardi, non tollerabili quando in gioco ci sono la salute e la vita delle persone. E pensare che si tratta soprattutto di giovani e giovanissimi, dei nostri figli e dei nostri nipoti!
Bene allora che il governo faccia della sicurezza delle scuole una priorità irrinunciabile, tenendo con forza la posizione anche rispetto alle pressioni dell'Unione Europea. Rafforzare l’attenzione e l’impegno su temi che riguardano il mondo della scuola e di chi la frequenta non può che trovarci in piena sintonia, ma è sempre più evidente che serve un gioco di squadra in cui tutti, nessuno escluso, facciano fronte responsabilmente ai loro compiti e alle loro competenze, coordinandosi in modo efficace per agire con la massima tempestività.
Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo: investire risorse è necessario, ma poi non può accadere che non vengano spese. È impensabile che mentre si affronta un’emergenza drammatica come quella del reatino, della zona di Norcia e delle località marchigiane, vi siano ancora scuole, a l'Aquila, per le quali restano tuttora inutilizzate le risorse destinate a interventi di recupero e messa in sicurezza.
Parlare di gioco di squadra significa chiamare in causa governo, parlamento, istituzioni centrali e territoriali; una rete di soggetti i cui rapporti sono spesso frenati anche dalle inefficienze di una burocrazia che non facilita certo la programmazione e la gestione degli interventi. Facciamo allora quadrato, oggi, in difesa di un elementare principio, quello secondo cui la messa in sicurezza delle strutture in cui si formano le giovani generazioni non può essere rinviata o messa in discussione da altre urgenze di tipo economico finanziario: ma costruiamo da subito le occasioni di confronto in cui, tutti insieme, si concorra a individuare e a mettere in atto gli interventi necessari per avere da subito scuole davvero sicure.
Roma, 8 novembre 201
Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola
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