Nadia Cerchi, educare con le favole
Due libri di Nadia Cerchi, maestra di Pavia con la passione della lettura, della scrittura e del canto. Favole che diventano strumenti di educazione morale e sociale
La principessa che stava sempre seduta
È l’avventura di un’anima sofferente alla straziante ricerca di una ragione di vivere. La protagonista è una principessa sin dalla nascita priva dell’uso delle gambe. Questa menomazione acuisce la sua rabbia contro il destino avverso, facendole rifiutare non solo la consolazione dei genitori, ma anche ogni contatto con gli altri esseri umani, finché l’intervento di un “deus ex machina”, impersonato da un venditore di tappeti, le farà scoprire un mondo interiore a lei sconosciuto, trasportandola in viaggi reali solo nell’immaginazione, durante i quali avverrà una vera catarsi: Elisa si purificherà del suo egoismo e del suo male dell’essere scoprendo i sentimenti di amicizia, di condivisione, di riconoscenza e di pietà.
Forse il lettore, che ha assistito con viva partecipazione ai tormenti e alle speranze della principessa, si sentirà defraudato di un epilogo più ottimista e da favola: il recupero dell’uso delle gambe da parte di Elisa. Noi, invece, crediamo che un finale di questo genere, impossibile nella realtà, avrebbe banalizzato il messaggio adombrato nel racconto. La storia, infatti, è la metafora del “male oscuro” che spesso fa vittime tra i giovani, anche tra quelli più fortunati e destinati alla felicità, spingendoli a comportamenti inconsulti e ad esperienze che negano l'umanità. Unico mezzo per venirne fuori è il conforto di una persona amica, che sappia offrire al momento opportuno comprensione e solidarietà senza arroganza, nella consapevolezza che la vita è un dono ineguagliabile, che va goduto in tutti i modi di cui siamo capaci.
Autore: Nadia Cerchi
ISBN: 978-88-97783-96-1
pagine: 96
prezzo: 12,00 euro
Editore: 2013 - Edizioni Ciliegio (CO)
Illustrazioni di Marianna Sauro
L’autrice desidera devolvere i diritti d'autore ai “Goodfellas”, giovani principi e principesse che si dedicano al wheelchair (“Hockey in carrozzina”)
Straniero... strabianco
Come nella migliore tradizione, anche questa favola possiede una morale che un maestro sensibile ed attento potrebbe usare come strumento di educazione sociale e morale dei suoi alunni, se questo testo fosse adottato nelle scuole primarie. Una morale che ha le sue radici nella drammatica crisi di lavoro dei nostri tempi, trasformata, però, nel racconto, in occasione di conoscenza e opportunità di crescita spirituale. Notevole è, a mio avviso, la capacità dell’autrice nel descrivere le varie fasi della metamorfosi del piccolo Filippo, sin da quando paure ancestrali ed innati pregiudizi gli avevano fatto vivere il viaggio come un incubo, e il primo approccio con i nuovi compagni una vera maledizione. Spetterà al giovane zulu, che qui recita la parte di una moderna Fata Turchina, fare emergere dall’animo del piccolo italiano sentimenti di solidarietà, di condivisione e di affetto per i nuovi compagni, tanto da fargli desiderare di apparire, almeno nell’abbigliamento, uno di loro.
Autore: Nadia Cerchi
ISBN: 978-88-97783-00-8
pagine: 48 con illustrazioni
prezzo: 10,00 euro
Editore: 2012 - Edizioni Ciliegio (CO)
Illustrazioni di Antonello Podda
Le presentazioni dei volumi sono di Luca Puglielli