Elezione del presidente CSPI: dall’ANP una polemica frutto di smisurata presunzione
Le argomentazioni con cui l’ANP ha motivato la decisione di non votare Francesco Scrima come presidente del CSPI sono qualcosa di diverso dall’espressione di un legittimo dissenso e si rivelano frutto di una smisurata presunzione. Che l’elezione di un rappresentante sindacale sia “un chiaro e anacronistico segnale di prevalente attenzione al personale scolastico” è affermazione non solo gratuita e apodittica, ma addirittura stravagante se a pronunciarla sono i rappresentanti, a loro volta, di un sindacato. Evidentemente l’unico a non essere “espressione del corporativismo e del conservatorismo sindacale”. L’unico a potersi fregiare della patente di innovatore, che l’ANP si autoassegna, relegando nel girone dei conservatori incalliti il resto del mondo. Nel caso in questione, tutti, ma proprio tutti gli altri componenti del Consiglio: eletti, designati, nominati.
Ma non basta: accantonata ogni falsa modestia, l’ANP si intesta un altro primato, quello della competenza, della chiarezza e della responsabilità, che farebbero dei suoi rappresentanti “i migliori soggetti qualificati per esprimere supporto tecnico-scientifico all’esercizio delle funzioni di Governo”. Difficile stabilire se questo delirio di onnipotenza derivi da eccessiva autostima o dalla frustrazione da isolamento dopo gli esiti di una votazione che solo l’ANP non considera di buon auspicio per il percorso che attende il neocostituito CSPI.
Per quanto ci riguarda, non accettiamo lezioni dall’ANP sulla capacità di assumere come orizzonte di riferimento l’interesse generale, e non solo quello di chi direttamente rappresentiamo. Con una postilla: consideriamo da sempre un connotato qualificante della nostra identità l’essere espressione di tutte le professionalità operanti nella sistema scolastico - docenti, personale ATA, dirigenti - in forza di un’idea di scuola come comunità educativa che proprio in quanto tale può realizzare il massimo di efficacia e di qualità, a beneficio dei suoi “utenti” e dell’intera società. Una scuola nella quale il dirigente scolastico svolge un ruolo essenziale e non ha bisogno di "iniezioni di potere" per accrescere la sua autorevolezza.
Nessuno, e men che meno l’ANP, abbia la presunzione di insegnarci come si contrastano le pulsioni corporative, né come si promuovono innovazione e qualità.
Roma, 14 gennaio 2016
Lena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola
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