Come potrebbero cambiare valutazione ed esami per gli alunni del I ciclo
Il 14 settembre scorso al MIUR (Direzione Ordinamenti) sono state illustrate alle Associazioni professionali le proposte riguardanti l’attuazione della delega con cui, al comma 181, la legge 107/2015 ha previsto la revisione delle modalità di valutazione e certificazione delle competenze degli studenti del primo ciclo di istruzione e delle modalità di svolgimento dell'esame di Stato conclusivo del primo ciclo. Sullo stesso argomento il giorno 27 settembre il MIUR incontrerà le organizzazioni sindacali.
Le novità contenute nella proposta illustrata sono numerose e interessanti e per molta parte hanno raccolto l’apprezzamento delle Associazioni professionali.
Anzitutto la scelta di modificare le modalità di comunicazione degli esiti della valutazione, utilizzando una scala nominale di cinque livelli espressa con lettere (A, B, C, D, E), che sottolinea la funzione formativa e di orientamento della valutazione. Si vuole uscire dalla logica della media aritmetica e si insiste su una valutazione formativa alla quale devono seguire percorsi didattici diversificati e flessibili, offerti agli alunni per superare le difficoltà e valorizzare le eccellenze. Per evitare che l’uso delle lettere sia assimilato nella sostanza a quello numerico, sarà però necessario descrivere i livelli complessivi di apprendimento raggiunti e le competenze, sulla base di indicatori nazionali.
Altra novità di rilievo riguarda la scuola primaria, dove non sarà più possibile la non ammissione degli alunni all’anno successivo, salvo in caso di mancata frequenza; anche nella scuola secondaria di primo grado la bocciatura costituirà una situazione eccezionale e limitata.
L’esame di Stato al termine del primo ciclo sarà molto semplificato. Saranno infatti previste solo due prove scritte e il colloquio. Raccogliendo le richieste da più parti espresse, le prove Invalsi non faranno più parte integrante dell’esame di Stato, anche se avervi partecipato costituirà requisito di ammissione all’esame. Nelle stesse verrà inoltre introdotta una prova standardizzata di lingua inglese, da effettuare al termine sia della scuola primaria che della secondaria di primo grado, e viene indicato espressamente l’obbligo della loro somministrazione da parte dei docenti. Gli esiti delle prove (matematica, italiano e inglese) dovranno essere riportati nel diploma, accanto alla valutazione espressa dalla Commissione. Su questo punto molte Associazioni hanno espresso posizioni fortemente critiche. In sostanza si avrebbero due valutazioni finali, l’una fornita dall’Invalsi (che come è noto non ha funzioni di valutazione degli alunni ma compiti di rilevazione degli apprendimenti) e l’altra dalla Commissione. Appare evidente come tra le due valutazioni possano verificarsi discrepanze, col rischio di determinare situazioni di disorientamento degli allievi e delle famiglie. Vengono inoltre attribuite impropriamente all’Invalsi competenze nella valutazione degli alunni, mentre l’attuale quadro normativo le riconosce esclusivamente ai docenti.
Altra rilevante novità riguarda la presidenza delle Commissioni di esame di stato al termine del primo ciclo dell’istruzione, attribuita al dirigente della scuola, non più costretto a recarsi in altro istituto scolastico per presiedere lo svolgimento degli esami.
I limiti previsti dalla delega inserita nella Legge 107/2015 non consentono purtroppo di intervenire sulla valutazione degli apprendimenti degli alunni nel secondo ciclo di istruzione. Vengono però previsti adeguamenti e modifiche riguardo agli esami e alle certificazioni. In particolare si introduce la prova Invalsi di italiano, matematica e inglese al quinto anno del secondo ciclo di istruzione. Anche in questo caso la partecipazione alle prove diviene requisito di ammissione all’Esame di Stato. L’ammissione sarà inoltre condizionata dalla partecipazione alle attività di alternanza scuola lavoro e ad una valutazione che non sia inferiore alla media del 6.
Un ulteriore nodo è quello della composizione della Commissione di esame. La soluzione più probabile, tra le diverse alternative in esame, prevede che la Commissione di ogni classe sia costituita da soli membri interni e presieduta da un presidente esterno. L’Esame di Stato sarà comunque articolato in due prove scritte a carattere nazionale (italiano e prova di indirizzo) e dal colloquio volto ad accertare le competenze relative al profilo dello studente e la sua capacità argomentativa e critica; comprenderà inoltre anche l’esposizione delle attività svolte in alternanza. L’esito dell’esame sarà espresso in centesimi, con un’incidenza del credito scolastico sino ad un massimo di 40 punti.
In generale, al termine dell’incontro le Associazioni hanno espresso apprezzamento per il tentativo di ricondurre la valutazione a scenari attenti alla sua dimensione formativa più che sommativa e per l’evidente attenzione prestata alle esigenze che la scuola ha in questi anni più volte rappresentato. Purtroppo i limiti della delega non consentono di fatto un intervento coordinato su tutte le dimensioni valutative sia nel primo ciclo che nel secondo ciclo dell’istruzione e l’eliminazione di alcune contraddizioni per le quali è auspicabile si trovino opportune soluzioni, in modo da ricondurre definitivamente tutto il sistema una sostanziale coerenza.