Gissi: sulla riforma Renzi non si fermi al rammarico, faccia un passo in più
“Ancora una volta, e cominciano a essere tante, Renzi si dice rammaricato per lo scarso apprezzamento che la sua riforma della scuola sta ricevendo, nonostante il notevole investimento di risorse fatto dal suo governo. Noi gli chiediamo di non fermarsi al rammarico, ma di fare un passo in più”. Così Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola, commenta le dichiarazioni fatte ieri sera dal premier intervistato a Otto e Mezzo dalla Gruber, nelle quali si è anche lasciato andare a una battuta dicendo che occorre essere davvero degli specialisti per spendere più di tre miliardi e incassare un mare di dissensi.
“Non ci interessa capire a chi alludesse Renzi – prosegue Maddalena Gissi – ci preme molto di più sollecitarlo a riflettere sulle cause di quanto lamenta, e provare a porre qualche rimedio. Questa è una situazione nella quale non sono soltanto i lavoratori, toccati pesantemente in alcuni diritti, a reagire negativamente: le cronache ci raccontano con dovizia di particolari la rabbia di genitori e studenti su cui si scaricano gli effetti di un inizio d’anno disastroso. E questo avviene proprio per le scelte sbagliate di una legge che poteva e doveva essere fatta meglio. Errori che con un po’ più di attenzione e di ascolto si sarebbero potuti evitare, e che secondo noi si possono ancora correggere. In parte lo si può fare valorizzando le sedi di confronto con le parti sociali: se si fosse applicato correttamente il contratto sulla mobilità, tanto per fare un esempio, non avremmo avuto il caos dei trasferimenti e ciò che ne è seguito”.
“Faccia un passo in più il premier – conclude la segretaria Cisl Scuola - oltre a lamentarsi di presunte incomprensioni: anzitutto assicurando le condizioni perché possa riprendere e procedere proficuamente il confronto in atto tra sindacati e MIUR, che abbiamo ritenuto un primo positivo segnale di attenzione ma che rischia di arenarsi per incomprensibili rigidità dell’Amministrazione. Si convinca inoltre di quanto sia utile e necessario rimettere mano alla 107, alla luce di ciò che non ha funzionato e soprattutto prevenendo, con le opportune correzioni su punti cruciali, come la titolarità su ambito e la cosiddetta chiamata diretta, possibili ulteriori disagi e tensioni. Noi siamo pronti e disponibili a confrontarci da subito: abbiamo idee e proposte precise, se vuole gliele possiamo esporre in qualunque momento. Lo aiuteremo ad avere meno rammarico e rimpianto, così come lo avremmo aiutato a spendere meglio i miliardi investiti; ma soprattutto aiuteremo la scuola, i suoi lavoratori e i suoi utenti a ritrovare un po' più di serenità".
Roma, 19 novembre 2016
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