Pronti per un 2025 denso di impegni
L’anno appena arrivato - lasciandosi alle spalle il primo quarto del ventunesimo secolo - si presenta quanto mai denso di appuntamenti, tutti importanti e tutti molto impegnativi. Alcuni, che considero i principali, li ho ricordati brevemente in un video messaggio di pochi giorni fa: qui ho modo di riparlarne più distesamente, per metterne in evidenza aspetti e implicazioni di cui mi piacerebbe vi fosse giusta, piena e il più possibile diffusa consapevolezza.
Si tratta infatti di appuntamenti in ognuno dei quali è possibile leggere quella che mi sento di definire una grande “chiamata di responsabilità”. Mi riferisco alle elezioni delle RSU, al nostro ottavo congresso nazionale, al rinnovo del contratto per il triennio – ora formalmente concluso – 2022/2024.
Per i primi due eventi ci sono già date e scadenze precise; non è così per il contratto, i cui tempi dipenderanno dalla capacità e dalla volontà delle parti di affrontare il negoziato e di portarlo a una conclusione positiva.
Per il rinnovo delle RSU è definito da tempo il calendario degli adempimenti preparatori delle votazioni, previste in tutte le scuole dal 14 al 16 aprile. L’avvio ufficiale delle procedure è stabilito per il 27 gennaio: da quel momento andranno costituite le commissioni elettorali e potrà cominciare la presentazione delle liste, da concludere entro il 14 marzo.
In realtà, il lavoro per individuare candidate e candidati è già cominciato, trattandosi di un’operazione piuttosto impegnativa, anche dal punto di vista degli adempimenti richiesti per formare e presentare una lista.
Il fatto che gli esiti del voto concorrano, fra l’altro, a “misurare” la rappresentatività delle diverse organizzazioni, determina una complessità delle procedure (su cui varrebbe la pena prima o poi riflettere) che non è di poco conto e che rende ancor più meritoria la disponibilità delle decine di migliaia di persone impegnate in questa circostanza: in primis candidate e candidati, ma anche chi farà parte delle commissioni elettorali e dei seggi.
È notevole lo sforzo richiesto a tutte le organizzazioni sindacali, dunque anche alla nostra, per questo appuntamento: e tuttavia sarebbe vano se non fosse sostenuto da una così grande spinta partecipativa, che è il vero “motore” grazie al quale la scuola sarà protagonista, ancora una volta, di una straordinaria prova di democrazia, che assume particolare significato in tempi così segnati da disaffezione e disimpegno.
Altrettanto rilevante, anche se diversamente finalizzata, la tensione partecipativa che avrà modo di esprimersi nel percorso lungo e articolato del nostro ottavo congresso nazionale, che proprio nella più ampia e diffusa partecipazione trova fondamento, senso e valore.
Un percorso, quello del congresso, che parte dalle assemblee sui luoghi di lavoro e si sviluppa, con le regole di democrazia rappresentativa fissate dallo statuto, attraverso i congressi territoriali, poi quelli regionali e infine quello nazionale. Se si considera che a ogni livello - territoriale, regionale, nazionale - la CISL Scuola partecipa con propri delegati anche ai congressi delle strutture confederali (quelle che associano tutte le diverse categorie del lavoro pubblico e privato), si può capire l’entità dello sforzo organizzativo cui saremo chiamati nei prossimi mesi, aggiungendo una consistente mole di lavoro a quello che comunque viene svolto, ogni giorno, nelle centinaia di sedi aperte in ogni angolo d’Italia per le attività di consulenza e assistenza.
Ma è sempre una fatica buona quella che si spende per consolidare aspetti fondamentali nella vita di un’organizzazione: linee politiche ampiamente condivise, gruppi dirigenti eletti democraticamente. Una fatica buona, ripagata da una crescita delle iscrizioni il cui andamento, in chiusura del 2024, fa registrare un aumento degli iscritti con delega, quindi certificati dal Tesoro, cresciuti del 10% nell’ultimo quinquennio.
Il terzo evento importante del 2025 dovrà essere il rinnovo del contratto. Dico “dovrà essere” perché qui non ci sono scadenze prefissate: i tempi e i modi del rinnovo sono rimessi interamente alla volontà, alla capacità e alla responsabilità delle parti che si confrontano nel negoziato. Un negoziato che altre categorie hanno già concluso, mentre per il nostro comparto, quello dell’istruzione e della ricerca, deve ancora iniziare.
L’abbiamo sollecitata più volte, l’apertura del tavolo di trattativa: l’approvazione della legge di bilancio da parte del Parlamento, avvenuta pochi giorni fa, ci fornisce il quadro definitivo delle risorse a nostra disposizione, che vorremmo vedere trasferite il più presto possibile nelle buste paga di chi lavora nella scuola. Perdere altro tempo significherebbe soltanto allontanare ancora una volta l’obiettivo di riallineare i rinnovi contrattuali al loro triennio di riferimento.
Anche gli ultimi due rinnovi sono stati definiti entrambi a triennio abbondantemente scaduto, ma ciò è stato reso in qualche modo sopportabile solo dal fatto che seguivano un decennio di mancati rinnovi.
Per quanto ci riguarda, il riallineamento è un obiettivo al quale non intendiamo rinunciare, e ne terremo conto anche nel valutare gli sviluppi e i possibili esiti della trattativa, ribadendo la richiesta di un suo avvio nel più breve tempo possibile.
Faremo come sempre la nostra parte, quella di un sindacato che agisce in piena autonomia, con determinazione e responsabilità.
Mi auguro che anche le altre organizzazioni facciano altrettanto. Guai se prevalessero altre logiche, diverse da quella sindacale, con cedimenti più o meno consapevoli a un “tanto peggio, tanto meglio” che non sarebbe di alcuna utilità per le lavoratrici e i lavoratori della scuola.
Guardiamo al nuovo anno consapevoli del grande lavoro che ci aspetta: ma "ci siamo preparati" e ci sentiamo pronti a svolgerlo nel migliore dei modi.