Un cerchio che si chiude
Per una singolare coincidenza, scrivo questi appunti all’indomani della riunione del nostro consiglio generale nazionale a Caivano, alle cui tristi vicende facevo riferimento nel primo numero degli approfondimenti mensili dell’Agenda lo scorso settembre.
Una sorta di ritorno al punto di partenza, dunque, per un cammino che comunque prosegue, senza mai interrompersi; il viaggio, come scrivevo allora, è sempre una metafora per noi particolarmente calzante, “che ben si presta a definire il senso dell’agire sindacale”.
La presenza a Caivano è stata per noi l’assolvimento di un impegno assunto con i dirigenti delle scuole che vi operano quotidianamente, che avevamo invitato alla nostra assemblea organizzativa, il 14 ottobre scorso, perché portassero una diretta testimonianza delle difficoltà con cui si confronta una scuola quando agisce in contesti di particolare difficoltà e disagio, e dell’importanza fondamentale del suo esserci, in quei contesti.
L’importanza di esserci e di non essere mai lasciata sola, ma costantemente sostenuta da un forte impegno della comunità sociale e delle istituzioni, a ogni livello.
Sostenuta anche sul piano sindacale, aggiungo: perché la richiesta di rendere prioritario l’investimento di risorse per le scuole collocate in aree di più marcata criticità socio educativa, deve tradursi anche in politiche di valorizzazione economica e normativa per chi vi svolge la propria attività di lavoro. Nell’anno in cui si celebrava il centenario di don Milani, più e più volte si è sottolineato il dovere della scuola di prestare particolare attenzione agli ultimi, ai più svantaggiati, per non ridursi a “ospedale che accoglie i sani e respinge i malati”. Più sono gravi le patologie, più servono medici preparati e motivati. Fuor di metafora, occorre fare in modo che la scelta di spendersi laddove è maggiore la complessità del lavoro trovi incentivo e riconoscimento adeguati. È un aspetto sul quale porre attenzione già in occasione del prossimo rinnovo contrattuale, che spero possa essere imminente.
“Una scuola che non abbandona nessuno” è il titolo che abbiamo scelto per caratterizzare la nostra presenza a Caivano, anche in questo caso richiamando altri fondamentali punti di orientamento dei nostri percorsi, fissati ad esempio nel “Manifesto per una scuola che unisce”, riproposto in chiave programmatica in occasione delle recenti elezioni per il rinnovo del CSPI.
Quel decalogo, nel delineare una nostra idea di scuola, definisce anche le coordinate essenziali per il nostro agire quotidiano, richiamandone costantemente la coerenza rispetto a obiettivi che inquadrano la rappresentanza e la tutela del personale scolastico nel contesto di una più generale rivendicazione, che ne costituisce un presupposto imprescindibile: sostenere il sistema di istruzione e formazione con politiche di forte investimento, come fattore decisivo per la qualità della vita delle persone e per lo sviluppo economico, civile e sociale.
La scuola come luogo di formazione di una cittadinanza consapevole è anche elemento essenziale di una strategia che fa della partecipazione una risorsa preziosa a un metodo da valorizzare a ogni livello.
È il tema cui hanno fatto riferimento, in quest’anno scolastico, le pagine dell’Agenda e i nostri approfondimenti mensili, l’ultimo dei quali, affidato al nostro segretario generale Luigi Sbarra, si sofferma su come la CISL, con la sua proposta di legge sulla partecipazione dei lavoratori alle scelte strategiche delle aziende, sottoscritta da quattrocentomila firmatari, stia svolgendo un ruolo da protagonista nel percorso verso forme concrete di democrazia economica che diano pieno compimento all’articolo 46 della nostra Costituzione.
È il modo migliore per chiudere questa annata dell’Agenda, in attesa di ripartire da settembre per un nuovo viaggio.