Gestione dell'emergenza, raggiunta l'intesa tra sindacati e Governo

26.03.2020 17:10

In una lettera inviata a tutte le strutture territoriali e di categoria, la segretaria generale della CISL, Annamaria Furlan, riferisce sull'andamento del confronto col Governo che ha consentito di individuare importanti punti di intesa in ordine alla individuazione delle produzioni e servizi da considerare essenziali e quindi esclusi dalla sospensione delle attività decisa col DPCM 22 marzo 2020. Risolti molti dei problemi posti con forza dalle organizzazioni sindacali e recuperata una modalità di gestione della crisi valorizzando le sedi di confronto e di condivisione. Di seguito la lettera della Furlan.

Carissime/i,
si è svolta ieri, dopo due giorni di trattativa, la fase finale del confronto con il Governo sulla revisione dell’elenco allegato al DPCM del 22 marzo relativo alle attività ammesse alla continuità produttiva.
L’incontro, come sapete, è stato reso necessario e urgente dopo l’improvvisa e inopinata variazione della lista di codici ATECO da parte dell’Esecutivo.
Dopo il confronto di sabato scorso, infatti, avevamo ottenuto garanzie sul perimetro di produzioni strettamente essenziali. Tuttavia, nella giornata di domenica, ci siamo trovati di fronte a un testo molto più esteso di quanto pattuito, in cui figuravano una gran quantità di codici che non hanno alcuna attinenza con il concetto di essenzialità.
Conosciamo bene i limiti delle categorie ATECO, la loro rigidità, dovuta al fatto di essere stati formalizzati ben 17 anni fa, in un contesto economico, sociale e produttivo ben diverso da quello di oggi. Ma come abbiamo detto al Governo, il tema della “trasversalità” delle filiere sta diventando in questi giorni un alibi per tenere aperte tutte le linee produttive.
Abbiamo pertanto trasferito ai ministri Patuanelli e Gualtieri i contributi che ci sono arrivati dalle Categorie, sostenendo che l’inserimento in blocco di interi gruppi ATECO non permette di fare distinzione tra attività indispensabili e indifferibili e quelle invece ordinarie.
Pertanto ci siamo mossi su tre direttrici:

  • molte attività da ricondurre rigorosamente a produzioni e servizi essenziali
  • diversi codici da rimuovere completamente
  • alcune limitatissime integrazioni

Ogni codice è stato sviluppato, con proposte puntuali di modifica su molte sotto-categorie la cui attività è stata ritenuta in modo unitario assolutamente non essenziale.
È stato inoltre rilevato come anche nel settore pubblico vada operata una netta distinzione tra prestazioni ordinarie e prestazioni effettivamente indifferibili, sottolineando l’importanza di rendere praticabile il lavoro agile in ogni amministrazione dove è possibile operare da remoto.
Complessivamente abbiamo ottenuto una rilevante e profonda rimodulazione e riformulazione dell’elenco, che qui alleghiamo, e che oggi appare finalmente in linea con le nostre richieste.
Un altro evidente punto di criticità del provvedimento rilevato nell’incontro, riguarda le cosiddette attività funzionali, consentite poiché necessarie alla continuità delle produzioni essenziali. Per individuare queste attività, il decreto prevedeva una semplice dichiarazione da parte dell’azienda al Prefetto, una sorta di “autocertificazione” che di fatto estendeva in maniera indefinita l’elenco allegato al decreto. Abbiamo quindi chiesto e ottenuto una modifica sostanziale della procedura, con il coinvolgimento preventivo su ogni territorio dei sindacati maggiormente rappresentativi per valutare le istanze delle imprese e definire effettivamente quali sostengano filiere essenziali. La Ministra dell’Interno si è impegnata personalmente ad inviare una circolare a tutti i Prefetti per avviare questa nuova modalità.
Altro rilevante progresso riguarda la volontà espressa dal Ministero della Difesa di intercedere sulle grandi realtà strategiche, a cominciare dalla filiera dell’aerospazio, per limitare al massimo le produzioni, orientandole solo sulle commesse strettamente legate all’emergenza.
Il Governo ha infine illustrato il piano che, attraverso Invitalia, dovrà assicurare adeguata fornitura e rapida distribuzione dei dispositivi di protezioni individuale. In particolare la Ministra del Lavoro ha garantito l’immediata copertura ai lavoratori impegnati nella logistica e nei servizi a domicilio.
Il confronto avviato in questi due giorni ha prodotto una sintesi equilibrata e condivisibile, che rimette sui giusti binari della collaborazione la gestione dell’emergenza. In questa drammatica fase abbiamo una grande priorità: tutelare la salute di milioni di persone e contenere il contagio. Questo impone grande senso di responsabilità nella gestione dell’attività nei luoghi di lavoro, che sono rimasti gli unici, di fatto, in cui le persone continuano fisicamente ad interagire.
Per questo abbiamo chiesto e ottenuto l’impegno da parte del ministro Gualtieri a istituire un Gruppo di lavoro permanente finalizzato a monitorare l’applicazione delle intese, come pure l’attuazione del Protocollo di regolamentazione del 14 marzo e ogni altra ulteriore situazione di emergenza che dovesse palesarsi nel rapporto tra sistema delle imprese e mondo del lavoro.
Nessuna persona deve esporsi a rischi non necessari. Nessuna persona, svolgendo il proprio lavoro, dovrà mettere a repentaglio la salute o la vita.
Bisogna costruire insieme il percorso che ci porterà fuori dal tunnel. E non caricare sui lavoratori ulteriori sacrifici rispetto all’immenso esempio che già stanno dando in questa fase drammatica e inedita della storia nazionale.
Fraterni saluti

Annamaria Furlan