Adempimenti vaccinali, un malessere che va oltre il fastidio burocratico

06.03.2018 14:47

Nel pomeriggio di lunedì 5 marzo la Cisl Scuola e gli altri sindacati hanno avuto un incontro al MIUR presso il Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione, in relazione alle indicazioni fornite dal Ministero della Salute e dal MIUR con nota n. 467/2018 per gli adempimenti vaccinali. Già nella serata di venerdì la Cisl Scuola era intervenuta presso l’Ufficio di Gabinetto, segnalando con una lettera della segretaria generale Maddalena Gissi l’impossibilità per molte scuole di rispettare la scadenza fissata per il 2 marzo per la trasmissione dei dati alle Asl, nelle Regioni dotate di anagrafe vaccinale.
Nell’incontro del 5 marzo l’Amministrazione ha motivato la ristrettezza dei tempi addebitandone la causa al ritardo con cui è stato reso il parere del Garante della Privacy, parere giunto a ridosso della scadenza voluta dal comma 2 dell’art. 18 ter del decreto legge 148/2017 (convertito con modificazioni dalla legge 172/2017). Il rispetto della scadenza del 10 marzo per la conclusione del controllo sugli adempimenti vaccinali è infatti la condizione posta dalla norma per avvalersi della procedura semplificata. In molti casi tuttavia le istituzioni scolastiche avevano già trasmesso i dati, a seguito degli accordi regionali che erano stati conclusi nei mesi scorsi. Secondo il MIUR, la competenza a chiarire se le precedenti trasmissioni dei dati possano essere comunque considerate valide è in capo agli Uffici scolastici regionali che sono stati sollecitati a diramare istruzioni alle scuole.
Per parte nostra abbiamo anche sottolineato che, nonostante la nota 467/2018 imponga agli Assessorati alla Sanità di comunicare “tempestivamente” agli USR e ai Comuni la presenza dell’anagrafe vaccinale e la modalità tecnica per lo scambio dei dati, ad oggi non si dispone di un elenco delle Regioni che intendono avvalersi della procedura semplificata. L’Amministrazione, cui risulta che tale procedura sia adottata da Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Puglia, si è detta peraltro non in grado di fornire ragguagli per quanto riguarda le restanti regioni, non esistendo un riepilogo nazionale; pertanto le scuole sono costrette a verificare caso per caso, rivolgendosi all’USR competente.
Rispetto alla complessità delle procedure previste nell’Allegato A, trattandosi di indicazioni provenienti dal Garante, il loro rispetto è necessario per evitare di incorrere in sanzioni nel trattamento dei dati.
Questo per quanto riguarda gli adempimenti burocratici; rimane comunque un profondo malessere tra i dirigenti scolastici, ai quali viene chiesto di provvedere con formale comunicazione il diniego di accesso alla scuola dell’infanzia per quegli alunni non in regola con gli adempimenti vaccinali. È un provvedimento lontanissimo dal sentire di persone di scuola. L’allontanamento del bambino dalla sua scuola è sentito come non coerente con la funzione educativa, dissonante con la riconosciuta importanza della frequenza della scuola dell’infanzia per la riduzione delle disuguaglianze culturali e sociali. Inoltre, considerando che lo stesso provvedimento non è previsto nei successivi gradi scolastici, la decisione di allontanare gli alunni dalla scuola dell’infanzia, restituisce di quest’ultima un’immagine ancillare e assistenzialistica, servizio più che scuola, e chiede ai dirigenti scolastici di negare quei valori di inclusione e accoglienza che costituiscono l’identità più profonda della nostra scuola.