NO all'innalzamento dell'età pensionabile per le donne - Dichiarazione di Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola

04.03.2009 11:52

La pensione di vecchiaia è già oggi prevista, anche per le donne, al compimento dei 65 anni. La possibilità di lasciare il servizio a 60 anni, quindi, non è una "discriminazione" a loro danno, come incredibilmente si vorrebbe sostenere: è solo un'opportunità, che trova ampia giustificazione non sul piano di astratti principi, ma nel concreto di una condizione che vede gravare sulla donna, ancora oggi, il peso prevalente degli oneri connessi alla cura della famiglia.

Per questo giudichiamo negativamente la proposta di legge che il Governo ha sottoposto all'attenzione dell'UE, questa sì davvero penalizzante per le donne e fondata, come si è detto, su premesse mistificanti.

E' una proposta, oltretutto, che rende ancor più confuso e ricco di contraddizioni uno scenario caratterizzato, sul tema delle pensioni, da condotte a dir poco schizofreniche.

Da una parte, infatti, si preme perché l'uscita dal lavoro avvenga più tardi; contemporaneamente, si mandano in pensione forzatamente coloro che hanno 40 anni di contributi e che vorrebbero continuare a lavorare, avendo meno di 65 anni di età.

Si denuncia l'intollerabile invecchiamento del personale della scuola, ma contemporaneamente si pongono le premesse, negando le uscite a 60 anni, per tenere più a lungo in servizio le donne, che del lavoro nella scuola rappresentano la quota più rilevante. Ciò avviene, oltretutto, senza minimamente considerare la gravosità di una professione che comporta non indifferenti carichi sotto il profilo della vigilanza sui minori e delle connesse responsabilità (si pensi ai 28 bambini che compongono una sezione di scuola dell'infanzia).

Davvero si fa fatica a comprendere quale sia la logica che spinge il Governo a muoversi, in ogni caso, in direzione diametralmente opposta a quella che sarebbe necessaria e opportuna, forzando le decisioni delle persone anziché far leva sulle loro motivazioni.

Non serve alla scuola, né alla sua qualità, trattenere a forza chi non ce la fa più, mentre si caccia chi avrebbe energia e voglia di rimanere.

E' inutile invocare l'esigenza di avere docenti più giovani, se si impedisce di andar via a chi nella scuola ha già speso una vita.

Roma, 4 marzo 2009

Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola