"Famiglia cristiana" contro "decreto Gelmini": solo "tagli" (notizia Apcom)

27.10.2008 16:43

«Prima si decide e poi, travolti da proteste, farsa di dialogo».

«Studenti e professori hanno seri motivi per protestare», secondo "Famiglia cristiana". «E non per il voto in condotta o il grembiulino (che possono anche andar bene), ma per i tagli indiscriminati che "colpiscono il cuore pulsante di una nazione", come dice il filosofo Dario Antiseri. Nel mirino c'è una legge approvata di corsa, in piena estate. La dicitura è roboante: "Riforma della scuola"; più prosaicamente "contenimento della spesa", a colpi di decreti, senza dibattito e un progetto pedagogico condiviso da alunni e docenti».

«Non si garantisce così il diritto allo studio: prima si decide e poi, travolti dalle proteste, s'abbozza una farsa di dialogo», scrive - in un editoriale del prossimo numero in edicola - il settimanale dei Paolini.

«Il bene della scuola (ma anche del Paese)» - prosegue il corsivo - «richiede la sospensione o il ritiro del decreto Gelmini. Per senso di responsabilità; l'ostinazione, infatti, è segno di debolezza. Né si potrà pensare di ricorrere a vie autoritarie o a forze di polizia».

«Un Paese in crisi trova i soldi per Alitalia e banche: perché non per la scuola?», si domanda "Famiglia cristiana".

«Si richiedono sacrifici alle famiglie, ma costi e privilegi di onorevoli e senatori restano intatti. Quando una Finanziaria s'approva in nove minuti e mezzo; quando, furtivamente, si infilano emendamenti rilevanti tra le pieghe di decreti-legge, il Parlamento si squalifica. Ci siamo appena distratti, che già un'altra norma "razziale" impone ai medici di denunciare alla polizia gli immigrati clandestini che bussano al pronto soccorso».

[Apcom: Roma, 27 ottobre 2008, ore 16:16]