Lavoro, grande assente nella manovra del Governo. Intervista di Annamaria Furlan a Il Sole 24 ore

20.10.2018 16:11

È un giudizio decisamente critico quello che la segretaria generale della CISL, Annamaria Furlan, riserva alla manovra economica in procinto di essere varata, non senza tensioni e polemiche interne, dal Governo Conte. Un giudizio espresso in modo articolato in un’intervista a Il Sole 24 Ore, e che in qualche modo anticipa quanto verrà discusso negli Esecutivi Unitari di CGIL, CISL e UIL, convocati lunedì prossimo, 22 ottobre, all’Auditorium di via Rieti a Roma.
Grande assente nella manovra è il lavoro, secondo la segretaria della CISL, per la quale la scelta di portare il deficit al 2,4% avviene in mancanza di politiche espansive volte a produrre crescita. Ciò costituisce anche un limite per le misure di sostegno alle fasce di povertà, che senza la crescita difficilmente potranno tradursi in forme di accompagnamento al lavoro. La filosofia del reddito di inclusione va confermata, sostiene la Furlan, ma se mancano misure che favoriscono la crescita sarà inutile rivolgersi ai centri per l’impiego alla ricerca di posti di lavoro inesistenti. Invece per tali misure si destinano solo 3 miliardi sui 37 della manovra, a fronte delle affermazioni del ministro per le infrastrutture sul possibile blocco di opere strategiche, una posizione contraria allo sviluppo e che ci isola dall’Europa.
Anche sulle pensioni, pur considerando un buon punto di partenza la proposta della “quota 100”, Annamaria Furlan ripropone ancora una volta l’esigenza di tenere maggiormente conto del problema di tante donne che non arrivano a 38 anni di contributi. La CISL chiede che si riconosca un anno di anzianità contributiva per ogni figlio, per affermare anche in questo modo il valore sociale della maternità.
Dalla riunione degli Esecutivi Unitari, sostiene la segretaria generale della CISL, scaturirà la proposta di una vera e propria contro manovra, imperniata sul rilancio di una grande alleanza tra le forze produttive e su una riaffermazione della centralità del lavoro, evitando interventi fiscali iniqui e inaccettabili. Su tutti questi temi il sindacato è pronto a confrontarsi col Governo, da parte del quale tuttavia fino a questo momento è mancato un segnale di disponibilità al dialogo.