Carla Passalacqua, nel sindacato con intelligenza e passione

27.07.2015 10:58

È mancata domenica 26 luglio, all’età di 83 anni, Carla Passalacqua, per anni dirigente sindacale del Sinascel Cisl, di cui era stata responsabile regionale del Piemonte e poi componente della segreteria nazionale dal 1977 al 1981. Seguì poi il suo impegno in Confederazione, dove fu la prima a guidare il neo costituito coordinamento donne, facendo anche parte del Comitato nazionale di parità, come presidente, presso il Ministero del Lavoro.
Nata nel 1932 a Carpeneto (CN), insegnante e poi direttrice didattica ad Alba, portò nell’azione sindacale insieme alla sua lucida intelligenza la forza di un temperamento combattivo e “passionale” che la vide sempre, nella scuola come nel sindacato, in prima linea nel sostenere le istanze più vive di rinnovamento. Una spinta che caratterizzò anche il suo operato come responsabile, nel Sinascel, della formazione sindacale, cui accenna con dichiarato orgoglio anche nel breve scritto che in sua memoria pubblichiamo, tratto da una sua testimonianza in occasione delle celebrazioni del 50° anniversario di fondazione del Sinascel-Cisl.
La ricordiamo con affetto e gratitudine.

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Vivevo e vivo tutt'ora in una piccola città di provincia, Alba, dove, direttrice didattica, con un gruppo di giovani insegnanti impegnati nell'AIMC, avevamo fondato un giornale dal significativo titolo "Controluce", dato il via ad una serie di iniziative, avviato cambiamenti, allora difficili e controcorrente, come il tempo pieno, l'inserimento dei bambini portatori di handicap e il coinvolgimento dei genitori nella gestione della scuola.
Il sindacato era solo una tessera da pagare, ma quando con l'arrivo dei decreti delegati quasi senza accorgerci ci trovammo ad essere militanti, delegati di base, prendemmo tutto così sul serio che diventammo scomodi e destabilizzanti per il gruppo dirigente del Sinascel provinciale.
Il nostro ingresso attivo nel sindacato a livello provinciale, infatti, non fu facile, portavamo idee, proposte comportamenti che andavano letteralmente a cozzare contro tradizioni consolidate, modelli che avevano pagato sul terreno del proselitismo e che si aveva paura a mettere in discussione.
Venne il congresso di … (non mi ricordo quale, per favore chi ha più memoria ne precisi il nome. Grazie!) e per la prima volta venni designata delegata all'istanza congressuale nazionale. Si doveva eleggere, tra gli altri, anche il coordinatore regionale del Piemonte, struttura questa allora in via di costituzione formale.
Ci fu battaglia tra due schieramenti e due erano i candidati. Si cercò inutilmente una soluzione che trovasse il consenso di tutti e quando si decise di passare ai voti un terzo gruppo mi chiese di candidarmi. Accettai con molte riserve dovute alla mia poca esperienza e alla scelta di non togliere tempo ed energie alla mia attività professionale. Mi convinsero, bugiardi, che il nuovo incarico sarebbe stato facile e non avrebbe richiesto un grande impegno. Vinsi per un voto. ………
Dalle responsabilità regionali alla segreteria nazionale. Fu un salto enorme che mi spaventò non poco. Lasciare la scuola, la propria città, la famiglia, le amicizie, iniziare una vita di pendolarismo, andare verso una situazione nuova non mi affascinava certo, ma mi offriva la possibilità di dare, a livello nazionale, sbocco e concretezza alle idee nelle quali credevo, di contribuire a cambiare la scuola, di essere protagonista dell'avventura contrattuale che poteva determinarne il processo innovativo.
Furono anni difficili, ma belli e nell'ingorgo della memoria una cosa resta, però, ferma e chiara: l'attività di formazione che mi vide impegnata e il rapporto che ne derivò con i tanti giovani. La responsabilità della formazione non mi fu affidata subito al mio ingresso in segreteria, ma dopo, quando il Consiglio generale evidenziò con forza questa esigenza per dare al Sinascel quadri e dirigenti all'altezza dei tempi. Zanin mi disse: provaci tu. Non so se convinto o per disperazione avendo alle spalle esperienze e tentativi non sempre riusciti.
1979-1981. Furono questi i tempi in cui il progetto si costruì e realizzò. Fu una esperienza che mi ripagò di tutte le difficoltà, delle fatiche e poi anche degli esiti congressuali di Acireale, perché mi diede la possibilità di conoscere tanti giovani, la ricchezza dell'organizzazione, capaci, motivati, disponibili, con una solida cultura cislina e preparò per il Sinascel quadri che avrebbero sostenuto e realizzato il decentramento organizzativo.
In quei pochi anni realizzammo 23 corsi per quadri di base a cui parteciparono 339 donne e 268 uomini Ad ogni corso volti e problemi nuovi, ma sempre entusiasmo, voglia di capire, bisogno di rafforzare il senso di appartenenza al Sinascel, alla Cisl, capacità di stare insieme, di dialogare pur avendo idee diverse.
Molti di questi uomini e di queste donne sono ora dirigenti del Sinascel e della Cisl ai vari livelli e a me resta l'orgoglio e la gioia di aver contribuito, anche se in minima parte, a costruire, determinare la loro storia e il loro percorso sindacale.

Una bella pagina sulla figura di Carla Passalacqua è pubblicata sul quotidiano della CISL Conquiste del Lavoro del 28 luglio 2015.