ATA, 2000 senza lavoro. E' questo il segno del cambiamento?

11.02.2015 20:03

La scuola che cambia, cambia l’Italia”: è il titolo suggestivo di un’iniziativa del partito del premier, ma per il momento l’unico cambiamento lo avrà la vita di 2.000 lavoratori della scuola (1.000 collaboratori scolastici e altrettanti assistenti amministrativi) che grazie ai tagli previsti dalla legge di stabilità resteranno da settembre senza lavoro. È quello che scaturisce dall’incontro di oggi al MIUR sugli organici ATA del prossimo anno scolastico, e non è certo un buon viatico per gli imminenti annunci di provvedimenti sulla scuola.
E dire che l’organico ATA si dimostra già oggi del tutto insufficiente, tant’è vero che è stato necessario incrementarlo di circa 5.000 posti perché le scuole potessero funzionare regolarmente. Ci vuol poco a capire che, se rimarranno i tagli annunciati, ne faranno le spese il tempo scuola e la qualità dell’offerta formativa.
I precari ATA sarebbero costretti, ci dice il Ministero, a lasciare il posto ai dipendenti in esubero delle province. È una scelta che non esitiamo a definire aberrante, perché non è certo togliendolo ad altri che si può pensare di difendere il lavoro tagliato con scelte di cosiddetta “razionalizzazione”, improvvisate e demagogiche.
La perdita del lavoro è la sorte cui potrebbero andare incontro anche decine di migliaia di docenti precari, se il piano di assunzioni verrà attuato con i criteri del rapporto Buona Scuola. Proprio per cambiare questi criteri, per avere garanzie di stabilizzazione del lavoro precario, per evitare che altre persone passino dalla precarietà alla disoccupazione manifesteremo davanti al MIUR il 17 febbraio.
Dall’incontro del 16 febbraio con la ministra Giannini ci attendiamo chiarimenti ma soprattutto qualche indispensabile segnale di ripensamento e di cambio di rotta, perché quella imboccata è una rotta di collisione con le ragioni vere del lavoro e della scuola.

Roma, 11 febbraio 2015

Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola