Premi ai migliori? La scuola ha già delle buone pratiche. Sviluppiamo queste

18.05.2012 23:18

Nella gestione educativa di una classe, ogni insegnante deve equilibrare con intelligenza la creazione di uno spirito di gruppo e di cooperazione con le sollecitazioni ad un sano atteggiamento di emulazione e competizione.

E' un'armonizzazione che si gioca su delicate variabili quali le occasioni e le attività considerate, i tempi e i modi scelti, le diverse età e le particolari sensibilità in gioco.

Ci sono momenti e situazioni in cui è utile e bello attivare una gara fra gli allievi e momenti in cui questo non serve o è negativo. E' un problema di valori e obiettivi, ma anche di misura e contesto. E' il classico problema del rapporto fra giustizia ed equità ed è il problema che ogni scuola e ogni insegnante affrontano riflettendo sul sistema di premi e punizioni da adottare.

Quello che importa è che la scuola sia e rimanga luogo educativo, non perda la sua natura di comunità, realizzi al suo interno un clima di serena e feconda operosità. Del tutto improprio e inaccettabile sarebbe perciò importare dall'esterno filosofie che poco o nulla hanno a che fare con la missione e i compiti formativi di questa istituzione.

Mentre è compito della scuola educare alla responsabilità e all'impegno, dare riscontro al merito, sviluppare e valorizzare tutti i talenti, sarebbe decisamente negativo spingerla a farsi palestra di una cultura dell'individualismo e di una concorrenzialità impropria e fine a se stessa.

Perciò di fronte a generiche notizie che segnalano come al Ministero dell'Istruzione si stia lavorando a un “pacchetto merito” che prevedrebbe un premio in denaro allo studente più bravo di ogni scuola, restiamo perlomeno perplessi: la meritocrazia non è una parola magica che produce automaticamente qualità diffusa, non è un valore assoluto, né può, soprattutto in un contesto come la scuola, servire a mettere in ombra altri valori come la solidarietà, l'uguaglianza, l'attenzione e la cura per le situazioni di maggior difficoltà e fragilità.

E' anche il caso di ricordare che, almeno in termini educativi, il merito deve trovare premio soprattutto in se stesso, così come la motivazione più efficace per studiare si ricava dall'amore per quello che si studia.

E' su questo che si deve insistere ed è su questo che ci si deve impegnare di più tutti. Crediamo anche noi, infine, che occorra fare di più per sostenere e aiutare chi lo merita; nella scuola ci sono già modalità utili allo scopo: borse di studio e bonus di vario tipo; sviluppare questi interventi, migliorarli e inventarne di nuovi è la strada giusta da seguire.

Roma, 18 maggio 2012

Francesco Scrima, segretario generale CISL Scuola