Il "ruolo sussidiario" degli Istituti Professionali

20.05.2010 20:03

L'Amministrazione, in un incontro con le Organizzazioni Sindacali, ha illustrato le fasi essenziali previste e da attuare per lo svolgimento - in regime di sussidiarietà e nel rispetto delle competenze esclusive delle Regioni in materia - del ruolo integrativo e complementare degli Istituti Professionali, rispetto al sistema di "Istruzione e Formazione Professionale" (come previsto, in fase transitoria, dagli articoli 2, comma 3, e 8, comma 2, del dPR 15.3.2010, ancora in fase di registrazione alla Corte dei conti).

Detta fase transitoria prevede specifiche intese - tra il MIUR, il MEF e le singole Regioni interessate - per la sperimentazione di nuovi modelli organizzativi e di gestione degli Istituti Professionali per realizzare un'offerta di percorsi di durata triennale, con il conseguimento delle 21 qualifiche di cui all'Accordo stipulato in sede di "Conferenza Stato Regioni" lo scorso 29 aprile.

I riferimenti nazionali per l'attuazione di tali percorsi costituiscono gli standard formativi minimi (area di istruzione generale - area di formazione professionale), mentre i livelli essenziali sono stati declinati dal decreto legislativo 226/05 e ad essi si continua a fare riferimento.

Dette eventuali specifiche intese consentiranno, nell'a.s. 2010/11, di sperimentare nuovi modelli organizzativi e di gestione, per la realizzazione di un'offerta coordinata tra i percorsi degli Istituti Professionali e di quelli di "Istruzione e Formazione Professionale", nel rispetto dei seguenti criteri:

  • il numero di classi e la dotazione organica complessiva (rispetto alle previsioni del Piano programmatico ex art. 64, legge 133/08 e dei conseguenti regolamenti attuativi) non possono essere superati;
  • i percorsi di "Istruzione e Formazione Professionale" attivati negli Istituti Professionali devono avere lo stesso monte-ore, lo stesso numero di studenti minimo e massimo, nonché lo stesso organico complessivo delle rispettive classi di ordinamento statale di istruzione professionale.

Dal punto di vista della spesa a carico del bilancio statale sarà indifferente se una classe seguirà l'ordinamento di Istruzione Professionale o di "Istruzione e Formazione Professionale".

Le Regioni, d'intesa con gli Uffici Scolastici Regionali, si impegnerebbero a limitare, nell'ambito della programmazione territoriale, l'attivazione negli Istituti Professionali di soli percorsi di "Istruzione e Formazione Professionale", compatibili con le classi di abilitazione dei docenti disponibili, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica.

Eventuali adeguamenti laboratoriali o di attrezzature saranno autorizzati dalla Regione. In tal caso saranno a carico del bilancio regionale, senza alcun onere aggiuntivo per lo Stato.

Il prossimo 27 maggio, in sede di "Conferenza Stato Regioni", queste ultime dovrebbero sciogliere le riserve fin qui avanzate e dare attuazione alle intese con il MIUR.

La Cisl Scuola

  • ha ribadito la necessità di garantire a tutti i giovani l'acquisizione almeno di una qualifica triennale, anche in attuazione del Decreto Legislativo 76/05 sul "diritto-dovere all'istruzione e alla formazione";
  • ha ribadito, altresì, la necessità di evitare ulteriori ritardi, portatori di confusione ed incertezza tra le famiglie, in modo da garantire stabilità e sicurezza di un percorso formativo. Le iscrizioni, infatti, sono state fatte "con riserva";
  • ha evidenziato la difficoltà di armonizzare quanto previsto negli standard minimi con i vincoli imposti (in particolare dal MEF). E' estremamente complesso, infatti, assicurare le condizioni dell'area di istruzione generale prevista dall'obbligo di istruzione, in presenza della diversa periodizzazione del percorso triennale, con vincoli di orari annuali e modalità organizzative;
  • ha espresso la propria contrarietà ai pesanti "tagli" finanziari imposti dal MEF;
  • ha richiesto la tempestiva emanazione dei provvedimenti contenenti le modalità di accompagnamento, indispensabili per consentire l'organizzazione del nuovo sistema;
  • ha ribadito, infine, l'ingiustificata riduzione - negli Istituti Tecnici e negli Istituti Professionali - dell'orario settimanale nelle classi successive alle prime: ciò rende impraticabile i percorsi già avviati, con pesanti ricadute non soltanto sulla dotazione organica complessiva ma - anche, e soprattutto - sulla qualità dell'offerta formativa.